Prosegue la vicenda giudiziaria sul progetto dell’inceneritore di Roma. Lo scorso 19 luglio il Tar del Lazio aveva respinto tutti i ricorsi presentati dai comitati, dalle associazioni ambientaliste a rappresentanza del territorio e dai comuni interessati.
Di contro, le parti civili avevano prontamente annunciato “un’opposizione a oltranza”, partendo dal ricorso presso il Consiglio di Stato.
In merito a questo, le associazioni della Rete Tutela Roma Sud, insieme a Forum Ambientalista e all’Azienda Agricola Ceglia patrocinate dall’Avv. Tamburini, lo scorso 24 agosto hanno fatto sapere di “aver discusso in sede cautelare l’Appello presentato“.
Le stesse, nella nota diramata hanno dichiarato come: “I Cittadini hanno diritto a una decisione giusta. Tutti i Romani dovranno sostenerne il prezzo economico. Le comunità che vivono entro i 10 km dal terreno acquistato da AMA – alla cifra esagerata di 7,5 mln di euro – dovranno subire l’impatto maggiore: le mortifere conseguenze sull’Ambiente e sulla salute.
Chi ha provato a chiedere un confronto per migliorare questa scellerata decisione (Tecnici, Cittadini, Enti Locali), è stato totalmente ignorato. Siamo forse in un regime totalitario? Roma e la Città Metropolitana hanno diritto alla soluzione migliore che rispetti l’ambiente, la salute e il principio di economicità. Tra le motivazioni del Ricorso anche la mancata valutazione delle alternative impiantistiche e strategiche prevista dalla Normativa Europea, per individuare la migliore soluzione.
Il dubbio, anche a seguito della presentazione di un solo progetto da parte di ACEA, è che l’incenerimento non sia la soluzione migliore per la città, ma la più redditizia per chi dovrà realizzarla e gestirla.
In pratica il procedimento di valutazione ambientale si è limitato a confermare la scelta precostituita e ha vanificato le numerose osservazioni presentate, mortificando ogni ragione di partecipazione dei Cittadini.
Altro aspetto scandaloso è il rinvio dell’obiettivo minimo di raccolta differenziata del 65% al 2030, vera causa del degrado a Roma.
Ricordiamo che il termovalorizzatore non c’entra nulla con i problemi di raccolta dei rifiuti dell’AMA, e tanto meno con il Giubileo, per il quale lo stesso Piano di Gualtieri prevede l’invio dei rifiuti in altre Regioni o all’estero, come è giusto che sia nel caso di eventi straordinari e limitati nel tempo. Non si spende un miliardo di euro per un picco di produzione ogni 25 anni.
Il Ricorso serve ad aiutare Roma a fare le scelte giuste, riducendo e riusando gli scarti, riciclando le risorse secondo le migliori tecnologie disponibili“.