Crisi rifiuti di Roma: la Giunta Gualtieri ha deciso per un inceneritore da 600mila tonnellate

È questa la novità più eclatante che esce dal consiglio straordinario sui rifiuti del 20 aprile e comunicata dal sindaco Roberto Gualtieri, nell'ambito del piano rifiuti. Si tratta di un impianto a controllo pubblico per la produzione di energia e calore da 600mila tonnellate e che dovrebbe abbattere del 90% il bisogno di discariche. Il luogo prescelto dovrebbe essere la periferia estrema a Sud di Roma, in zona Santa palomba, al confine con il comune di Pomezia e con i Castelli Romani

Incenerimento rifiuti Regno Unito

Roma avrà il suo inceneritore. È questa la principale novità emersa durante il Consiglio straordinario sui rifiuti che si è tenuto mercoledì 20 aprile.

Oltre ai due impianti di digestione anaerobica per la gestione dell’organico, che produrranno compost e biometano dal biogas, due impianti per il riciclo di 2.000 tonnellate l’anno di carta e plastica, altri 10 centri di raccolta per un totale di 30 centri complessivi (insieme a quelli già esistenti e ai nuovi previsti da Ama), il piano di gestione dei rifiuti della Giunta Gualtieri contempla anche la costruzione di un inceneritore con recupero di energia.

Si tratterà di un impianto a controllo pubblico e dovrebbe essere realizzato da Ama nella frazione situata all’estrema periferia Sud di Roma, in zona Santa Palomba, al confine con il comune di Pomezia e con i Castelli Romani. “Il nuovo impianto da 600 mila tonnellate ci permetterà di chiudere il Tmb di Rocca Cencia – spiega il sindaco Roberto Gualtieri – e di abbattere del 90% il bisogno di discariche che saranno sostituite con piccole discariche di comunità da 60 mila tonnellate l’anno”.

“Attualmente Roma conferisce in discarica 450.000 tonnellate l’anno di rifiuti tra indifferenziati e scarti della differenziata – ha aggiunto il sindaco – il 30% della quota di rifiuti attualmente prodotti. Il nostro fabbisogno di discarica ammonta oggi a 1.200 tonnellate al giorno, a causa del basso livello di raccolta differenziata e dal livello degli impianti”. In cantiere c’è anche un possibile terzo biodigestore, che si aggiungerebbe ai due in previsione e a quello di Maccarese.

La Capitale è un caso emblematico in Italia per la mancata chiusura del ciclo dei rifiuti, un sistema fragile che porta a crisi continue e necessità di smaltire una larga parte dei rifiuti in impianti fuori regione, con un importante dispendio economico e un notevole impatto ambientale. Roma produce circa i 2/3 dei rifiuti dell’intera regione Lazio.

Il piano a cui sta lavorando la Giunta Gualtieri prevede inoltre la riorganizzazione di Ama, con una gestione municipale, e un suo potenziamento. In questi giorni, inoltre, si insedierà nell’azienda il nuovo direttore generale Andrea Bossola.

Le reazioni

Inutile dire che gli ambientalisti sono piuttosto amareggiati da quello che è emerso dal Consiglio straordinario. Il Wwf Roma: “Deludente, profondamente deludente il dibattito in corso in Aula Giulio Cesare. Speravamo di poter guardare al futuro, ci ritroviamo invece inseguiti dal passato. Ancora la valorizzazione energetica come panacea di tutti i mali, ancora una volta si banalizza la lettura del ciclo dei rifiuti. La Capitale del Paese non può fermarsi qui, non può essere ostaggio di luoghi comuni e di speculazioni politiche.”

Le imprese invece sono di tutt’altro avviso. Chicco Testa Presidente Assoambiente, l’Associazione nazionale dei servizi ambientali ha dichiarato: “Meritano un plauso le dichiarazioni con cui il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha affermato la necessità per la Capitale di dotarsi di un impianto di recupero di energia da rifiuti non riciclabili. Solo così Roma potrà uscire dalla costante situazione emergenziale”.

Qui il link a tutto il consiglio in streaming: https://streaming.comune.roma.it/portal/watch/live/2e34e536-9ee4-4ed3-9a3c-b434c6b80b2a