Il 24 luglio luglio, l’Unione dei Comitati contro l’inceneritore di Roma che sorgerà a Santa Palomba ha consegnato 13mila firme destinate al Presidente della Regione Lazio.
“Non abbiamo avuto l’opportunità di incontrarlo e neppure un suo delegato, sembra a causa della richiesta di incontro inviata tramite mail ma non pec”, aveva dichiarato il Comitato No Inceneritore a Santa Palomba prima di dirigersi alla Pisana dove ha protocollato la petizione popolare ed incontrato l’Assessore regionale ai rifiuti Fabrizio Ghera e la Presidente alla Commissione regionale Rifiuti grazie ad alcuni consiglieri di minoranza.
“La petizione popolare contro l’inceneritore di Roma, sostenuta da 13 mila firme raccolte in tutti i Comuni minacciati dalle decisioni di Roberto Gualtieri, Commissario governativo, è stata consegnata alla Regione Lazio con l’obiettivo di promuovere una reazione della Regione”. È quanto dichiara in una nota l’Unione dei comitati contro l’inceneritore.
“Una consegna in due tappe – prosegue la nota – dapprima al Presidente della Regione Lazio, alla Garbatella, dove all’Unione dei Comitati si sono aggiunti, indossando le fasce tricolori Alessandra Mantuano, Vicesindaco di Ciampino, Gabriella Sergi, Assessora all’ambiente del Comune di Albano e Paolo Gasperini, Presidente del Consiglio comunale di Castel Gandolfo. La loro partecipazione rinnova l’impegno a contrastare fino in fondo l’inceneritore. Ci attendiamo che alle prossime iniziative partecipino tutti i sindaci e rinnoviamo la richiesta di attivare un tavolo permanente Sindaci “No Inceneritore” e l’Unione dei Comitati. Alla Pisana, presso il Consiglio regionale, la delegazione dell’Unione, accolta e introdotta dalla Consigliere Alessandra Zeppieri, è stata ricevuta nella Sala Rutuli da Fabrizio Ghera, Assessore regionale ai rifiuti. All’incontro, oltre ad Alessandra Zeppieri (Polo progressista) hanno partecipato i Consiglieri di minoranza Valerio Novelli (M5S) e Claudio Marotta (AVS)”.
“In attesa di incontrare l’Assessore, ci siamo intrattenuti con Laura Corrotti, Presidente della Commissione Rifiuti con la quale abbiamo sottolineato la necessità di un intervento nelle materie rientranti nelle competenze regionali: la tutela dell’acqua, l’applicazione della L. n.13/2019 “aree a elevato rischio di crisi ambientale” in relazione alla discarica di Roncigliano e richiesto di tornare a verificare lo stato della procedura di pre infrazione aperta dalla Commissione europea in relazione alla gestione dei rifiuti a Roma e nel Lazio (2019/9541 ENVI). Con l’Assessore Ghera, nel presentare la petizione popolare abbiamo ribadito i motivi di contrarietà e ripreso nel dettaglio i due temi forti a tutela del territorio: acqua e legge regionale 13/2019. L’Assessore ha evidenziato alcuni profili quali i rapporti futuri tra il piano rifiuti di Roma e il piano rifiuti regionale post commissariamento al quale in Regione stanno lavorando, il dimensionamento dell’impiantistica regionale e la necessità del potenziamento della raccolta differenziata, soprattutto a Roma. Ha concluso assicurando l’avvio di un confronto con le direzioni regionali interessate”, si legge sulla nota.
“Si tratta – concludono dall’Unione – dell’apertura di un canale di interlocuzione che valutiamo positivamente e che a breve ci porterà a incontrare le direzioni regionali coinvolte nelle materie regionali in un percorso che ci vedrà promuovere l’azione istituzionale degli uffici nel quadro di un’istruttoria che è fondamentale rendere partecipata, approfondita e tempestiva”.
In merito, poi, sono arrivate anche alcune dichiarazioni dell’europarlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra Ignazio Marino che afferma:
“È una buona notizia che le 13mila firme della petizione popolare contro l’inceneritore di Roma, raccolte in tutti i Comuni minacciati dalle decisioni di Roberto Gualtieri, Commissario governativo, sia stata consegnata alla Regione Lazio. Ribadiamo che il progetto dell’inceneritore a Santa Palomba va fermato. Perché va in direzione diametralmente opposta alla strategia europea sull’economia circolare e rischia di gravare in futuro sulle tasche dei cittadini romani: infatti, dal 2026 gli impianti urbani che bruciano rifiuti indifferenziati, come quelli previsto a Roma, dovranno pagare le quote di CO2 emesse, secondo il principio del ‘non arrecare danno’ su cui si fonda la strategia europea della transizione ecologica. Questa mobilitazione della comunità, da noi sostenuta, che ha raccolto le firme per chiedere il rispetto della volontà del territorio è fondamentale.
Come, del resto, è stata importante l’iniziativa legislativa di AVS alla Camera che ha presentato un emendamento contro il proseguimento dei poteri commissariali al sindaco di Roma previsti dalla legge per gli eventi giubilari.”