Rifiuti Zero: “Inceneritore di Torino: serve spendere altri 400 milioni di euro?”

Riceviamo e pubblichiamo la nota dell'associazione ambientalista, che dopo l'approvazione della quarta linea dell'inceneritore del Gerbido, ritenuta indispensabile dalla Regione Piemonte per migliorare e completare la gestione rifiuti, spiega in quattro punti fondamentali perché si tratta di una decisione sbagliata. "Il Piano Regionale PRUBAI stabilisce un obiettivo dell’82% di raccolta differenziata entro il 2035, riducendo drasticamente la quantità di rifiuti indifferenziati residui. Da dove arriveranno i rifiuti necessari a saturare l’impianto?"

Riceviamo e pubblichiamo la nota dell’associazione Rifiuti Zero Piemonte, che dopo l’approvazione della quarta linea dell’inceneritore del Gerbido, ritenuta indispensabile dalla Regione, spiega in quattro punti fondamentali perché si tratta di una decisione sbagliata. L’associazione si chiede soprattutto: “Il Piano Regionale PRUBAI stabilisce un obiettivo dell’82% di raccolta differenziata entro il 2035, riducendo drasticamente la quantità di rifiuti indifferenziati residui. Da dove arriveranno i rifiuti necessari a saturare l’impianto?”

Ecco la nota completa:

Inceneritore di Torino: serve spendere altri 400 milioni di euro?

La quarta linea dell’inceneritore di Torino è stata ufficialmente approvata dall’Autorità Regionale dei Rifiuti del Piemonte. La programmazione regionale approvata nel 2023 prevede una capacità di incenerimento a 576.600 tonnellate/anno (t/a) per tutto il Piemonte nel 2035. Invece, apprendiamo che l’ampliamento porterà la capacità dell’impianto dalle attuali 600.000 t/a a 850.000 t/a di rifiuti, attraverso un investimento di circa 400 milioni di euro di soldi pubblici.

Un investimento ingiustificato e in contrasto con la programmazione regionale

L’attuale inceneritore di Torino ha già smaltito nel biennio 2022-2023 più rifiuti di quanto previsto per il 2035, dimostrando l’inutilità di una nuova linea. Inoltre, il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani e di Bonifica delle Aree Inquinate (PRUBAI) stabilisce un obiettivo dell’82% di raccolta differenziata entro il 2035, riducendo drasticamente la quantità di rifiuti indifferenziati residui. Da dove arriveranno i rifiuti necessari a saturare l’impianto?

Bruciare rifiuti: la scelta meno vantaggiosa per i cittadini

Bruciare rifiuti è la scelta più comoda per chi gestisce il sistema, ma la più svantaggiosa per i cittadini, sia dal punto di vista economico che ambientale.

Ogni tonnellata di rifiuti inceneriti genera fino a 1.040 kg di CO₂, contribuendo al riscaldamento globale e ostacolando l’obiettivo di neutralità climatica di Torino per il 2030. L’incenerimento produce inoltre ceneri tossiche, da smaltire in discariche speciali con costi e impatti ambientali aggiuntivi, e consuma ingenti quantità di acqua.

A Torino, la gestione dell’inceneritore TRM è affidata a una società per azioni partecipata da enti pubblici, inclusi i Comuni. Questo modello può generare un conflitto di interessi, poiché gli stessi Comuni che traggono profitto dall’incenerimento dei rifiuti attraverso le loro partecipazioni societarie dovrebbero invece promuovere politiche di riduzione e gestione sostenibile dei rifiuti.

Investiamo in innovazione, invece di rafforzare un sistema senza alternative

Se investissimo 400 milioni di euro in tariffazione puntuale, prevenzione, miglioramento della raccolta differenziata e incentivi per imprese e cittadini, potremmo ridurre progressivamente gli impatti economici e ambientali, costruendo un sistema più efficiente e sostenibile. Continuare a finanziare gli inceneritori significa consolidare un monopolio costoso e senza via d’uscita, mentre investire in soluzioni innovative garantisce benefici concreti per la collettività e per l’ambiente.

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