(agenzia Nova)
Il Tar del Lazio si riserva di decidere sui sei ricorsi presentati da comitati e associazioni contro l’iter avviato dal Comune di Roma per la realizzazione del termovalorizzatore in zona Santa Palomba, a ridosso dei Castelli Romani. Mercoledì 5 luglio si è svolta l’udienza di merito sui ricorsi presentati dai sindaci dell’area metropolitana e, in particolare, di Albano, Massimiliano Borelli e Ardea, Maurizio Cremonini. Poi dal Forum ambientalista, che rappresenta le associazioni del territorio riunite nella Rete tutela Roma Sud, dal Comitato “No inceneritore a Santa Palomba” e dalle aziende agricole del territorio. Il giudice Leonardo Spagnoletti, presidente della quinta sezione del Tar del Lazio, si è riservato di decidere sulle eccezioni e sulla sentenza. Sono passati sei mesi circa, dalla presentazione dei ricorsi alla chiusura del procedimento, in vista della sentenza di primo grado, che costituiscono una eccezionale velocità dovuta al convincimento di essere “in presenza di un serio provvedimento destinato ad incidere sul ciclo dei rifiuti di questa città” ha detto il giudice Spagnoletti, spiegando l’applicazione del rito non ordinario, come è stato definito in aula.
“Vicenda giudiziaria – ha anche detto il magistrato amministrativo – a cui è stata data massima attenzione e celerità”. Sei i ricorsi iscritti al Tar dal numero 11 al numero 16. I primi 4 sono stati discussi insieme e impugnano la procedura di manifestazione di interesse per l’affidamento della realizzazione dell’impianto senza le specifiche del luogo, gli altri due impugnano invece proprio la presunta illegittimità di realizzare un termovalorizzatore nel sito individuato a Santa Palomba. Difficile stabilire, a questo punto, quando sarà pubblicata la sentenza ma se la durata del processo è stata brevissima, probabilmente lo sarà anche il tempo che il collegio impiegherà per scrivere la decisione”. La tempistica accelerata “è un segnale positivo per tutti” ha detto l’avvocato Antonino Galletti, legale delle associazioni Italia Nostra, No Discariche e Uniti per la Salvaguardia del territorio. “Le nostre sono tutte censute ternche e non ideologiche su una materia complessa”.
In aula era presente anche l’ex sindaca di Roma Virginia Raggi. “Ho partecipato anche alle precedenti udienze” ha detto ad “Agenzia Nova” Raggi uscendo dal palazzo di via Flaminia. “La nostra posizione” sull’argomento “è nota e volevo vedere cosa succedeva. Il giudice si è riservato. Ritengo siano interessanti le argomentazioni esposte dai ricorrenti anche sull’azione dei poteri commissariali”. Tra gli argomenti su cui si è focalizzata la difesa dei ricorrenti è la competenza del Commissario di governo per il Giubileo del 2025, mentre l’inceneritore sarà costruito dopo tale scadenza. Un conferimento” quello del commissariamento per il giubileo “che viene ritenuto illegittimo perché – ha aggiunto Raggi – senza una dichiarazione di emergenza, viene comunque istituito un commissario per il Giubileo che ci sarà nel 2025, quando termovalorizzatore entra in funzione nel 2026”. La tempistica della pubblicazione della sentenza resta un aspetto fondamentale per l’inizio dei lavori dell’impianto a Santa Palomba. Il primo agosto, infatti, verrà pubblicato, secondo il cronoprogramma del Campidoglio, il bando di gara per la realizzazione dell’impianto. Una eventuale sentenza di accoglimento dei ricorsi, potrebbe aprire lo scenario di un contenzioso tra le imprese e l’ente appaltante. Se la sentenza, o quantomeno la lettura del dispositivo, avvenisse prima del primo agosto, nel caso di una decisione del giudice di accoglimento dei ricorsi provocherebbe un rallentamento della procedura di affidamento dei lavori.
L’avvocato Giuseppe Libutti – che insieme ai colleghi Antonello Ciervo e Michele Trotta, sostengono le parti del “Comitato No inceneritore a Santa Palomba” che ha fatto ricorso insieme ad altre associazioni ambientaliste del territorio – ha contestato il rito adottato. I legali sostengono che “è importante che non si ingeneri un illegittimo affidamento a terzi del bando di gara per la realizzazione dell’impianto, è importante che la decisione presa sia conforme al diritto comunitario e che sia coerente con quanto stabilito in procedimenti simili dalla Corte Costituzionale”.