Lunedì 24 luglio l’assessore al ciclo dei rifiuti della Regione Lazio, Fabrizio Ghera, ha illustrato in commissione Urbanistica le linee programmatiche della Giunta sulla gestione rifiuti. Dal confronto con i consiglieri regionali, riporta una nota del Consiglio Regionale, è emersa la volontà comune di trovare una soluzione definitiva al problema dello smaltimento, con alcune distinzioni sui nodi principali: la tipologia degli impianti da utilizzare, il ruolo degli Egato, l’implementazione della raccolta differenziata e il rapporto con gli enti locali.
“Abbiamo fatto tantissimi incontri con i comuni – ha esordito Ghera – dai quali è emersa una situazione difficile, che richiede uno sforzo molto importante da parte di tutti nella direzione di dare maggiore impulso alla possibilità di riutilizzare, riciclare e riusare, di implementare la raccolta differenziata e di adeguare l’impiantistica. Un messaggio che mandiamo non solo ai territori ma anche alle generazioni future”. Per sostenere questi sforzi, soprattutto la capacità di riciclare, secondo Ghera occorrono più risorse rispetto a quelle impiegate nel recente passato. “Su questo – ha detto l’assessore – penso che debba essere una scelta aprioristicamente condivisa in modo trasversale, altrimenti non riusciamo a diminuire il numero di tonnellate di rifiuti che produciamo e che inevitabilmente finiscono in impianti fuori Regione, non essendosi il Lazio ancora adeguato a queste quantità”. A tal proposito, Ghera ha messo in evidenza che sulla Regione pesa soprattutto il mancato adeguamento di Roma Capitale alle percentuali di raccolta differenziata che erano state programmate negli anni scorsi. “Peraltro, in questo momento, come sapete, la Regione non ha competenza sulla Capitale perché sulla gestione dei rifiuti è stata commissariata”, ha precisato l’assessore.
Ghera ha poi ribadito le difficoltà legate all’impiantistica a livello regionale, dove è presente un solo inceneritore a Colleferro e vi è una oggettiva scarsità di strutture che recuperano materiale. In tal senso, l’assessore ha auspicato di proseguire il dialogo con i comuni e con le società partecipate, anche con la decima commissione, per sentire le loro esigenze e le loro proposte, “perché – ha detto Ghera – l’esperienza che loro hanno maturato sul campo va salvaguardata”.
Massimiliano Valeriani (Pd), assessore regionale al ciclo rifiuti nella scorsa legislatura, ha preso la parola subito dopo Ghera, sottolineando che “il tema dei rifiuti non è da battaglia politica ma una questione di civiltà, l’unica cosa sensata è provare a gestire questo problema perché è una pre-condizione di cittadinanza per le persone che amministriamo”. Valeriani ha poi contestato all’assessore il mancato riconoscimento dei risultati raggiunti dalla precedente Giunta, anche in tema di raccolta differenziata, “per la quale è stato raggiunto un risultato eccezionale a livello regionale, con il 54 per cento, nonostante le performances disastrose di Roma Capitale, che da sola produce il 65 per cento dei rifiuti del Lazio, circa tremila tonnellate al giorno. Se Roma fosse stata un po’ più attenta – ha aggiunto Valeriani – avremmo forse superato la percentuale del 61 per cento di raccolta differenziata, che rappresenta la media nazionale”.
L’ex assessore ha poi sollevato la questione degli Egato: “C’è una legge regionale votata nella passata legislatura che introduce un’importantissima novità di gestione nel nostro territorio, perché attribuisce a un soggetto giuridico la competenza di predisporre il piano rifiuti e di pianificare la tipologia e la realizzazione degli impianti nei singoli Ambiti territoriali, introducendo il principio dell’autosufficienza e lasciando alla Regione solo l’indicazione degli impianti di smaltimento per chiudere il ciclo dei rifiuti. Io vorrei capire dalla Giunta – ha aggiunto Valeriani – se, al di là del problema di Frosinone, gli Egato vanno avanti o no”. Infine, il consigliere del Pd ha sottolineato che l’unica provincia che ha preso una decisione netta sugli impianti è quella di Roma, con la previsione del commissario di dotarsi di un inceneritore, e ha auspicato un intervento per dotare il Lazio di più impianti “possibilmente pubblici”, ha concluso Valeriani.
Adriano Zuccalà (M5s) e Alessandra Zeppieri (Polo progressista) hanno criticato la scelta di realizzare un inceneritore nel Comune di Roma, lamentando la mancata presa di posizione da parte della Regione. Per Zuccalà “con un incremento del solo 3 per cento della raccolta differenziata, al 2025, la Regione Lazio avrà un fabbisogno di incenerimento di circa 300mila tonnellate, a fronte delle 400mila tonnellate che attualmente possono essere incenerite nella struttura di Colleferro”. Un nuovo impianto di incenerimento, quindi, per Zuccalà condizionerebbe le scelte future a danno di altre soluzioni meno impattanti. Zeppieri ha messo in evidenza che la scelta del commissariamento e della realizzazione dell’inceneritore a Roma era strettamente legata all’emergenza del Giubileo, “ma i tempi per la fine dei lavori sono previsti per la fine del 2026, quindi dopo l’evento”. Per la consigliera del Polo progressista, si possono investire i soldi previsti per l’inceneritore per altri impianti che mirano invece al recupero materia, “come peraltro è scritto nella normativa europea, per avviare un modello di sviluppo totalmente diverso, possibile se ci crediamo insieme e se collaboriamo”.
Daniele Sabatini, presidente del gruppo di Fratelli d’Italia, è intervenuto per ultimo, anche a nome delle colleghe Marika Rotondi, Alessia Savo ed Edy Palazzi. “Sul tema dei rifiuti occorre un cambio di mentalità oltre che di strategia”, ha esordito Sabatini. “Viterbo non può più essere l’unica provincia ad avere un impianto di smaltimento attivo al servizio di tutto il Lazio. È una condizione che non possiamo più tollerare – ha aggiunto il capogruppo di Fratelli d’Italia – e ringrazio sia l’assessore Ghera che i colleghi consiglieri di maggioranza e di opposizione che hanno manifestato congruenza rispetto alla necessità di superare questa servitù. Credo sia importante dare a tutti i territori la possibilità di avere più impianti di dimensioni più piccole e meglio dislocati, con adeguate misure compensative, come elemento utile a caratterizzare la politica regionale in materia di rifiuti e consentire a tutte le province di avere strutture autonome, per liberare Viterbo dal peso di essere indiscriminatamente al servizio di tutti”. Anche sulla questione degli Egato Sabatini è stato molto chiaro: “Ho avuto modo di esprimere la mia contrarietà rispetto alla politica portata avanti dalla precedente Giunta regionale, perché si tratta di strutture costose, veri e propri carrozzoni i cui bilanci dovranno poi gravare anche in maniera pesante sulle tasche dei cittadini”.