Se da un lato l’amministrazione capitolina continua a perseverare sulla strada che vedrà la realizzazione dell’inceneritore di Santa Palomba per lo smaltimento dei rifiuti romani, dall’altro i comitati e le associazioni locali continuano con ribadire il loro NO al mega impianto in progetto. Nei prossimi giorni, infatti, è in programma il presidio di controinformazione “Perché dobbiamo avere paura dell’inceneritore” e il convegno dedicato al tema “Non bruciamo il futuro – Trasformiamo i rifiuti in materie prime e lavoro”.
Il presidio si terrà sabato 27 maggio alle ore 17:00 presso Palazzo Morgana in località Pavona, tra Albano Laziale e Castel Gandolfo: “un territorio tra i maggiormente impattati dal mega impianto di Gualtieri”, fa sapere il Comitato No Inceneritore Santa Palomba che parteciperà al presidio.
Tra le motivazioni della nuova iniziativa di controinformazione del comitato c’è quella secondo la quale: “il sindaco Gualtieri sta spingendo per la realizzazione dell’inceneritore con una campagna di propaganda unilaterale, facendo leva sul suo ruolo di Commissario di governo. In virtu’ di questo ruolo, si sta bypassando un regolare processo decisionale democratico, estraniando dalla discussione anche i 20 sindaci dei Castelli romani che, ripetutamente, ma invano, hanno chiesto di interloquire col Sindaco per avanzare proposte alternative al termovalorizzatore. Sulla scrivania del Sindaco e del suo gabinetto sono da mesi depositate varie proposte, mai prese in considerazione. Come Comitato No Inceneritore ribadiamo che l’inceneritore è una scelta vecchia, poco intelligente ed economicamente non sostenibile; Inoltre, è una scelta che confligge con le direttive europee di aumentare la differenziata; è la negazione dell’economia circolare tanto propagandata da Gualtieri in campagna elettorale e poi, a urne chiuse, subito archiviata, in nome di una nuova drammatica emergenza (che ormai si protrae almeno dal 2013 – chiusura di Malagrotta -), per non andare troppo a ritroso. La propaganda del sindaco Gualtieri e dell’assessore all’ambiente Sabrina Alfonsi si basa su una disinformazione generalizzata e sulla stanchezza dei cittadini nel vedere la città sporca. La gran parte dei cittadini romani non realizza a sufficienza gli effetti impattanti/inquinanti di un impianto del genere sulla salute e sui prodotti agricoli, che saranno arricchiti di diossine e nanoparticelle pesanti. Dall’amministrazione, poi, non è stato approfondito l’impatto sulla rete stradale di tutto il quadrante (Roma Sud) e l’impatto sulle stazioni ferroviarie di scambio. Noi diciamo No, perché questa scelta andrà ad impattare Roma per i prossimi 30 anni (periodo minimo per l’ammortamento dell’impianto di oltre 700 milioni) e soprattutto le nuove generazioni. Si tratta di una battaglia dura ed impari, ma noi non demordiamo. Fino alla fine”.
Per quanto riguarda il convegno “Non bruciamo il futuro – trasformiamo i rifiuti in materie prime e lavoro”, invece, l’appuntamento è per martedì 6 giugno alle ore 18:00 Presso la Parrocchia S. Giuseppe a Pavona, in via Pescara.
“Il convegno spiegherà perché gli inceneritori sono tecnologie superate e fallimentari, quali sono le alternative migliori e coerenti con l’enciclica Laudato Si”, fa sapere la Rete Tutela Roma Sud a cui partecipano diverse associazioni locali.
Tra queste, l’associazione FARE Castelli fa sapere anche che “Rete Tutela Roma Sud ha già proposto ricorso al TAR e che verrà discusso in aula il prossimo 5 luglio”.
Al convegno del 6 giugno parteciperanno il dottor Federico Valerio che ha diretto attività di ricerca presso l’ISTGE di Genova, dirigendone il Servizio di Chimica Ambientale; il manager Daniele Fortini, tra gli esperti nella gestione di rifiuti e Marcella Costagliola, insegnante e referente della Comunità Laudato sì Castelli Romani (movimento internazionale che nasce per promuovere i principi di ecologia integrale).