Prosegue a Livorno la diatriba sulla riapertura dell’inceneritore Picchianti e sulla sua gestione. Da una parte comune e azienda rifiuti stanno cercando di ottenere il prolungamento dell’attività dell’impianto, dall’altra comitati e associazioni ambientaliste chiedono lo stop definitivo. Attualmente l’inceneritore è fermo per guasti e manutenzioni da effettuare ed è difficile dire quando sarà riattivato. Lunedì 22 gennaio la Regione Toscana, in seguito alla terza conferenza dei servizi dedicata, dovrebbe esprimersi sul futuro dell’impianto. In merito a ciò riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato del Coordinamento provinciale Rifiuti Zero Livorno:
“In vista della riunione convocata dalla Regione Toscana lunedì 22 gennaio per decidere sul prolungamento dell’attività dell’inceneritore, mediante lavori di adeguamento per decine di milioni di euro, abbiamo presentato ufficialmente le nostre segnalazioni sulla documentazione presentata da Aamps il 12 dicembre scorso non solo alle autorità amministrative competenti, ma anche alla Corte dei Conti e alla Guardia di Finanza, che hanno già aperto da qualche mese un’inchiesta sulla gestione dell’impianto:
– Aamps sta cercando di evitare il sistema ottimale di riduzione delle emissioni dei pericolosi ossidi di azoto (NOX), richiesta ufficialmente anche dal Comune, giustificandosi con una presunta “mancanza di spazio”;
– nonostante il Comune abbia messo agli atti la richiesta di dismettere l’inceneritore entro il 2027, Aamps se ne frega e chiede alla Regione di poter proseguire anche per tutto il 2028;
– Aamps ha presentato un nuovo scenario economico, comprensivo del sistema di abbattimento catalitico degli ossidi di azoto (doveroso in un territorio martoriato da molteplici fonti di inquinamento), che prevede investimenti da ammortizzare per oltre 20 milioni di euro e un totale di costi netti da coprire (con la tariffa di conferimento dei rifiuti nell’impianto) che supera i 41 milioni di euro;
– Aamps non ha aggiornato il cronoprogramma dei lavori di adeguamento presentato in Regione, che prevedeva l’inizio degli interventi il 15 dicembre scorso ma che in realtà ormai non potrebbero iniziare prima della fine del 2024: l’azienda continua incredibilmente a raccontare che l’impianto potrà riaprire il 1° gennaio 2025, cominciando da quella data ad ammortizzare l’investimento!
– l’azienda non risponde alle nostre contestazioni a proposito degli impianti alternativi già esistenti e molto più convenienti.
Questa follia deve finire, una volta per tutte”.