La concentrazione dell’anidride carbonica in atmosfera occupa troppo poco spazio nell’informazione generalista e main stream, ma è tra i pochi dati che davvero sintetizzano la folle corsa della specie umana verso uno stravolgimento radicale dell’ambiente come lo conosciamo. Ogni mese, anzi ogni giorno, il trend diventa sempre più negativo, con nuovi record provenienti da Manua Loa (Hawaii, Usa) e dal Monte Cimone dove è presente il CAMM (Centro Aeronautica Militare di Montagna). Due luoghi non a caso, in quanto sono i primi posti al mondo nel quale da più tempo vengono registrate le concentrazioni di CO2 in atmosfera.
I dati di luglio sul Monte Cimone e Manua Loa (Hawaii)
Nel mese di luglio 2022, sul Monte Cimone – scrivono i militari dell’Aeronautica – la media mensile della concentrazione di anidride carbonica (CO2) è stata di 414.95 ppm (parti per milione). Nello stesso mese del 2021 il valore è stato di 411.73 ppm (parti per milione). Durante il mese di luglio 2022 le misure di CO2 sul Monte Cimone sono state effettuate in 30 giorni su 31. Il massimo tra le medie giornaliere è stato misurato il giorno 5 ed è pari a 420.07 ppm. Il minimo è stato misurato il giorno 13 ed è pari a 410.75 ppm”.
Dai 2165 metri della cima più alta dell’Appennino settentrionale ci spostiamo ai 3400 metri del vulcano hawaiano di Manua Loa dove è presente il progetto dell’ESRL’s Global Monitoring Laboratory (GML) del NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration). Anche qui i dati rilevati non sono buoni, infatti la media misurata nel mese di luglio 2021 è di 418,90 ppm mentre a luglio 2020 era di 416,96 ppm.
I dati di agosto a livello globale
Anche i dati della concentrazione di CO2 in atmosfera nel mese di agosto 2022 non sono buoni. Gli ultimi rilevamenti parlano di 416,85 ppm (23 agosto) a Manua Loa e di 418,41 ppm sul Monte Cimone (22 agosto).
Se a livello locale le cose non vanno bene a livello globale vanno anche peggio. Infatti la media realizza utilizzando i dati provenienti da Manua Loa, Barrow (Alaska), dall’arcipelago delle Samoa Americane nel pacifico meridionale e dal Polo Sud ci parlano di un mese di agosto 2021 dove la concentrazione di CO2 è stata sempre sopra le 417 ppm. Mentre il record negativo tocca al mese di aprile e maggio 2022 con una media di 418,43 ppm.
Pessime notizie dai satellite Coperinicus
La specie umana, di fatto, si sta muovendo in un territorio sconosciuto. Secondo l’IPCC una concentrazione di CO2 pari a 430 ppm potrebbe comportare un aumento di temperatura medio di 1,5 °C (Accordo di Parigi), mentre se si arriva e supera la soglia dei 450 ppm l’aumento di temperatura sarebbe superiore ai 2 °C. Uno scenario che manderebbe a monte qualsiasi accordo fatto tra gli stati e che esporrebbe il genere umano a gravi rischi per la sua felice e prosperosa sopravvivenza sul pianeta.
Se a questo scenario si aggiungono i dati provenienti da Copernicus (qui il link ai dati giornalieri che mostrano come in alcune aree del pianeta si stanno sfiorando le 430ppm) che parlano addirittura di una crescita della concentrazione di CO2 di 2,3 ppm all’anno il punto di non ritorno è davvero vicino e l’appuntamento a novembre della COP27 di Sharm El-Sheikh, sembra davvero l’ultima spiaggia per salvare il nostro stile di vista sul pianeta dopo le fallimentari Madrid e Glasgow.