In Ucraina circa dieci milioni di persone si ritrovano senza energia a causa della guerra. Una popolazione che fino a meno di un anno fa viveva come qualsiasi altro paese europeo, oggi deve fare i conti con circa il 30% delle centrali elettriche del paese distrutte dagli attacchi russi. In questa grave emergenza, una collaborazione tra l’azienda americana NUE (New Use Energy), che progetta e assembla generatori solari mobili, e alcune associazioni senza scopo di lucro, ha permesso di far arrivare in Ucraina diverse apparecchiature per creare delle microgrid, cioè delle reti elettriche di distribuzione locale capaci di operare autonomamente rispetto alla rete elettrica nazionale. Ad usufruirne strutture come ospedali, centri per rifugiati, dormitori, polizia, vigili del fuoco.
L’iniziativa è stata lanciata dal CEO ucraino-americano di NUE, Paul Shmotolokha, che si è avvalso della collaborazione, tra gli altri, di Energy Systems ed NGO Zatyshne di Leopoli. Dell’iniziativa se ne è parlato lo scorso 30 novembre in un webinar dal titolo “Generatori solari in Ucraina: un caso di studio sulla resilienza”.
Yarema Ivakhiv, un volontario del progetto, ha coordinato la donazione e l’installazione di oltre 100 generatori solari dall’inizio della guerra. Tra le esperienze più significative, quella di un ospedale nella regione dell’Oblast (il cui nome completo non è stato diffuso per motivi di sicurezza) che grazie a tre generatori con pannelli solari portatili, ha continuato a soccorrere la popolazione dopo la distruzione di parte della struttura in un attacco missilistico. “Prima della guerra il nostro ospedale era completamente attrezzato – ha spiegato il dottor Dmytro F.Mykolaiv – e in grado di trattare pazienti con traumi multipli. Di conseguenza, con il conflitto siamo diventati il centro principale per la cura di civili maggiormente feriti. Dopo gli attacchi di agosto i problemi di fornitura elettrica sono stati immediati. Grazie ai generatori solari siamo riusciti a sostenere quattro terapie intensive, in cui sono presenti altrettanti letti per ciascuna area. Si tratta di spazi in cui sono ricoverati pazienti che necessitano di ventilazione continua e monitoraggio”. In ospedale sono stati utilizzati inverter da 5 kilowatt con batteria LiFePO4 da 5,1 chilowattora. L’apporto solare è di 5kw con ricarica rapida CA da 80 A o 4 kW. Il sistema è dotato di bluetoot.
I dispositivi sono stati acquistati negli Stati Uniti a marzo di quest’anno e successivamente modificati in Ucraina per funzionare con 220v e sono dotati di un inverter da 1500w e una batteria da 2,5kWh.