In Italia 15mila addetti nel settore biowaste. I dati nel nuovo volume del CIC

Il Consorzio Italiano Compostatori pubblica il nuovo volume della collana Organic Biorecycling dal titolo “La filiera del biowaste che produce materia, energia e occupazione”, in cui è presente uno studio che spiega come sono 14.376 i posti di lavoro diretti o indiretti generati dal settore del biowaste. Quello rappresentato dal CIC nello specifico costituisce da più di trent'anni un pilastro dell’economia circolare, contribuendo alla decarbonizzazione e allo sviluppo economico del Paese. Nel 2022 sono stati trattati 8,3 mln di tonnellate di rifiuti a matrice organica da 357 impianti in tutta Italia

La filiera del biowaste si conferma una risorsa imprescindibile per lo sviluppo sostenibile ed economico del Paese. A confermarlo sono i numeri: il solo settore relativo ai rifiuti a matrice organica (RMO) dà lavoro – tra dipendenti diretti e indiretti – a 4.368 persone. A queste si aggiungono 10.008 addetti coinvolti nelle attività di raccolta e trasporto del rifiuto organico. Nel complesso, quindi, il settore fornisce occupazione a 14.376 unità, il cui lavoro nel 2022 ha permesso di trattare 8,3 milioni di tonnellate di rifiuti a matrice organica in 357 impianti in tutto il Paese.

A fotografare il settore è il CIC (Consorzio Italiano Compostatori) nel quinto volume  della collana Organic Biorecycling“La filiera del biowaste che produce materia, energia e occupazione”. Edito da Edizioni Ambiente, il libro è curato da Massimo Centemero, Direttore Generale del CIC, con la collaborazione di Elisabetta Bottazzoli e Alberto Confalonieri, e raccoglie i contributi di numerosi esperti del settore.

Il volume, che è stato presentato il 26 settembre presso la sede dell’Associazione della Stampa Estera a Roma, a Palazzo Grazioli, fa il punto sul ruolo della filiera del biowaste nell’ambito dell’economia circolare e contiene i dati relativi al nuovo studio del CIC focalizzato sull’impatto in termini occupazionali del settore del riciclo dell’organico.

Inoltre, le pagine del volume introducono alcune novità promosse dal Consorzio: in primis, il Centro Studi CIC, organo tecnico nato nel 2024 con lo scopo di riunire le competenze del Consorzio sotto un unico cappello, che diventerà il riferimento per tutte le attività che il CIC svolge da anni e che si farà portavoce delle novità e peculiarità del settore. Tra i suoi compiti ci sarà anche quello di elaborare proiezioni sull’immediato futuro del settore, considerando sia i rifiuti a matrice organica trattati dalle Aziende che i processi produttivi tradizionali e innovativi, con un focus sui principali prodotti dell’economia circolare che caratterizzano il risultato del “riciclo organico”. Il libro offre poi l’occasione di presentare il neonato Osservatorio Bioriciclo, strumento promosso dalla collaborazione tra CIC e Consorzio Biorepack che sarà impegnato a diffondere le buone pratiche di raccolta differenziata e riciclo del rifiuto organico e delle plastiche biodegradabili e compostabili, per consolidare la consapevolezza del ruolo di ogni attore della filiera per il raggiungimento della piena circolarità.

“Questo volume, così come il precedente, è stato scritto seguendo la roadmap degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite”, spiega il Direttore del CIC e curatore della pubblicazione,Massimo Centemero“In particolare, quest’anno ci siamo focalizzati sull’obiettivo 8 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, che incentiva una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile volta ad ottenere nel Paese uno scenario occupazionale ampio, produttivo e che, soprattutto, assicuri un lavoro dignitoso per tutti. L’obiettivo 8 è strettamente connesso con gli aspetti legati all’ambiente, al clima e ai diritti dei lavoratori. Un goal vitale e necessario per l’intero Pianeta, perché con migliori condizioni lavorative si avranno di conseguenza migliori  condizioni di salute degli esseri umani e dell’ambiente”.

Altro tema centrale affrontato in coerenza con gli Obiettivi 2030 è quello delle competenze e della formazione degli addetti del settore. Tema sviluppato nel libro è infatti quello dei percorsi formativi organizzati da parte del CIC per contribuire alla specializzazione e alla creazione di nuovi profili professionali nella filiera del biowaste.

Tra impianti e nuovi obiettivi: la fotografia del biowaste secondo il CIC

Il CIC, attraverso il Centro Studi CIC, ribadisce nel libro l’impegno a continuare la ricerca nel settore del biowaste per promuovere una gestione sostenibile dei rifiuti organici e favorire la creazione di nuovi posti di lavoro “verde” in Italia.

Stando alle elaborazioni CIC degli ultimi dati ISPRA disponibili, nel 2022 il riciclo dei rifiuti organici è stato affidato a 357 impianti di trattamento biologico, uno in più rispetto all’anno precedente: in particolare, è cresciuto il numero di impianti che hanno introdotto da digestione anaerobica (da 63 a 74), mentre gli impianti di solo compostaggio sono diminuiti di 10 unità (da 293 a 283). I quantitativi totali di rifiuti trattati sono aumentati di circa 55 mila tonnellate rispetto al 2021, raggiungendo quota 8,35 milioni di tonnellate nel 2022, con un incremento dei flussi destinati agli impianti integrati (+252 mila tonnellate rispetto al 2021) e una sensibile diminuzione di quelli avviati al solo compostaggio (-197 mila tonnellate).

Per quanto riguarda l’evoluzione impiantistica, l’aumento degli impianti integrati, che prevedono la produzione congiunta di compost e di biometano nello stesso sito produttivo, conferma la prevalenza di questa scelta tecnologica.

“Appare inoltre prioritario – ha aggiunto Massimo Centemero, Direttore del CIC – investire per promuovere l’effettivo riciclo organico al fine di  incrementare la produzione e l’utilizzo del compost, così da rispettare quanto stabilito dalla normativa europea la cui gerarchia prevede che il riciclo di materia sia privilegiato rispetto al recupero di energia. Ciò anche alla luce di comprovati benefici ambientali. L’uso del compost, essendo ricco di elementi nutritivi, comporta benefici in termini di minori emissioni: limita l’utilizzo di fertilizzanti di sintesi, assicura una migliore lavorabilità del suolo e ne garantisce una maggiore capacità di ritenzione idrica. Insomma, anche nel presente volume vogliamo sottolineare che il riciclo di materia è la forma più intelligente di conservazione dell’energia”.

Proprio per sottolineare l’importanza del compost, nel corso dell’evento di presentazione del nuovo volume, il CIC ha voluto celebrare il ventesimo anniversario del Marchio Compost di Qualità CIC, il programma volontario che, attraverso verifiche continue sul prodotto, attesta la qualità dei fertilizzanti organici prodotti negli impianti delle aziende consorziate. Per la conformità ai requisiti del logo sono state premiate: Biofactory Spa, Azienda Agricola Allevi Srl, Enomondo Srl, Siena Ambiente Spa, Tecnogarden Service Srl, S.E.S.A. Spa. Inoltre, è stata consegnata una targa ad Alia Servizi Ambientali Spa di Montespertoli (FI)  per l’ottenimento del Marchio Compost Qualità CIC.

Il CIC ribadisce infine il suo ruolo per supportare il settore del biowaste, ponendosi come punto di riferimento italiano, europeo e internazionale: “Siamo pronti a presidiare le norme di riferimento, a partire dalla loro emanazione fino alla fase di applicazione conforme e promuovere iniziative di comunicazione sul biowaste rivolte a comuni, cittadini e stakeholders”, sottolinea Lella Miccolis, Presidente del CIC, nel suo intervento all’interno del libro. “Il Consorzio analizza costantemente i tanti indicatori del settore, monitorandone l’andamento, allo scopo di poterne orientare la futura espansione e poter supportare i processi decisionali, sia a livello politico/amministrativo che di mercato, così da puntare ad un futuro di solida crescita per tutta la filiera biowaste”.