Martedì 19 dicembre IFEL Fondazione ANCI ha presentato in anteprima i dati principali del nuovo Rapporto sulla diffusione della tariffazione puntuale del servizio rifiuti urbani in Italia (dati anno 2022). Si tratta della terza edizione della ricerca curata dalla Fondazione, dopo quelle sugli anni 2018 (i cui risultati sono inclusi nel Capitolo II della Guida alla tariffazione puntuale dei rifiuti urbani, edita da IFEL nel 2019) e 2019 (Rapporto presentato nel 2020). I dati della rilevazione sull’anno 2020, invece, non erano stati diffusi. Il Rapporto completo 2022 sarà pubblicato nei primi mesi del 2024, non appena disponibili ed integrati i dati definitivi del Catasto rifiuti ISPRA, che saranno elaborati per valutare le performance ambientali dei Comuni in TP.
Nel 2018 la UE ha incluso l’approccio PAYT (dall’inglese Pay-as-you-throw, paga per quello che butti) fra gli strumenti economici e le altre misure per incentivare l’applicazione della “gerarchia dei rifiuti” (le famose 3 R: Riduci, Riusa, Ricicla). La TP, di fatto, è uno strumento che contribuisce al raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata, fissati dalle Regioni attraverso l’adozione di Piani per i vari territori, con target che in molti casi superano ormai l’80% di RD. Obiettivi, questi ultimi, crescenti che sono necessari per consentire il raggiungimento dei target di riciclo fissati dalla Ue (55% al 2025, 65% al 2035).
I dati salienti del Rapporto
Nel 2022 i Comuni italiani che applicano regimi di tariffazione puntuale (TP o PAYT, nel prosieguo) sono 1.117, con una popolazione complessiva di 8.145.205 abitanti, rispettivamente pari al 14,1% dei Comuni e al 13,8% della popolazione italiana. Circa il 71% dei Comuni in TP applica la tariffa corrispettiva (70% in termini di popolazione totale), il restante 29% per la TARI tributo puntuale. Di 138 Comuni con oltre 50.000 abitanti, quelli in TP sono 14; tranne 2, sono tutti in regime di tariffa corrispettiva.
Si conferma l’elevata “territorialità” della tariffazione puntuale, che risulta tuttora diffusa soprattutto fra i Comuni delle Regioni del Nord (94% del totale nazionale), sebbene negli ultimi anni anche nel Centro (in particolare in Umbria e Toscana) si registrino segnali positivi e numerose sperimentazioni importanti. Nel Sud e nelle Isole, invece, le esperienze rilevate erano e restano ancora pochissime: appena 3 Comuni in Sicilia, 2 in Puglia e 1 in Sardegna (Cagliari, per ora l’unico Comune della Sardegna in TP); nessun Comune in TP invece in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania e Molise.
Grazie a lungimiranti e collaborative politiche di area vasta e alla diffusione delle gestioni in house, il Veneto è la Regione che in assoluto conta più Comuni che applicano la TP: ben 296 su 563 il 52,6% del totale (oltre il 93% è in tariffa corrispettiva). Seguono la Lombardia con 180 Comuni (quasi il 12%), il Piemonte (167 Comuni, pari a circa il 14% del totale) e le Province Autonome di Bolzano (tutti i Comuni applicano, da anni, la tariffa corrispettiva) e Trento (anche qui oltre il 90% dei Comuni in TARIC); significativa, infine, la diffusione dell’approccio PAYT in Emilia-Romagna, che conta 103 Comuni in TP (9,2% del totale regionale, che però pesano il 24,4% in termini di popolazione) e ha previsto l’obbligatorietà della tariffazione puntuale entro il 2024. Nel Centro la prima Regione per numero di Comuni in TP è la Toscana (25, pari a poco più del 9%), quasi raggiunta dall’Umbria che ne conta 23 (ma sono il 25% del totale regionale).
Lo sviluppo della tariffazione puntuale nel triennio 2020-2022
Nonostante le criticità del biennio della pandemia, la TP si sta diffondendo a ritmo sostenuto: i Comuni che l’hanno introdotta negli anni 2020-2022 sono 201, con un saldo di 186 unità rispetto al 2019; nel solo anno 2022 sono passati in TP 68 Comuni (per una popolazione totale di circa 405.000 abitanti). A livello nazionale nel triennio l’incremento del numero di Comuni in TP è pari al 20%, al 18,7% in termini di popolazione.
La tariffazione puntuale è un sistema da cui difficilmente si torna indietro: nello stesso periodo solo 6 Comuni (popolazione totale di circa 29.000 ab.) sono tornati al regime presuntivo. Evidenziamo, infine, che quasi il 47% dei nuovi Comuni in TP applica la TARI Tributo puntuale, a fronte di un dato medio nazionale del 29%. Fra le città che hanno introdotto la tariffazione puntuale negli anni 2020-2022 le 3 più grandi sono Cagliari (TARI tributo puntuale dal 2021), Terni e Faenza (RA), queste ultime in tariffa corrispettiva. Il Piemonte nell’ultimo triennio registra il maggiore incremento in valore assoluto dei Comuni in TP (+87 Comuni, +109% rispetto al 2019), anche per effetto della politica integrata per la promozione e il sostegno della tariffa puntuale varata dalla Regione; seguono il Veneto (+ 26 Comuni, un incremento quasi del 10%) e l’Umbria (che passa da 1 a 23 Comuni, 20 dei quali in Provincia di Terni, tutti nel 2022); sia in Emilia-Romagna che in Lombardia, invece, i Comuni in TP aumentano di 20 unità, con un incremento rispettivamente pari al 24% e al 12,5%. Scarse le novità nelle altre Regioni del Centro-Sud.
Secondo le informazioni rilevate da IFEL, nei prossimi anni il numero di Comuni in TP dovrebbe aumentare ancora considerevolmente, soprattutto al Nord e al Centro, sia grazie alle politiche di promozione e sostegno tecnico e/o finanziario intraprese da alcune Regioni che per effetto della diffusione delle gestioni di area vasta. Anche questa edizione della ricerca della Fondazione IFEL sulla diffusione della tariffazione puntuale ha previsto un’accurata e puntuale attività di verifica delle delibere tariffarie e dei regolamenti comunali; è stata condotta nel secondo semestre del 2023 con la collaborazione di ARPA, Regioni e Province Autonome, nonché di Enti d’Ambito, Comuni e gestori del servizio di igiene urbana. Diverse Regioni e ARPA ormai considerano i dati IFEL i più attendibili e completi e li utilizzano per effettuare il proprio monitoraggio del fenomeno. Come ha spiegato Andrea Ferri, Vice-Direttore IFEL e Responsabile Finanza locale IFEL/Anci, <>.
La Fondazione IFEL segue il tema della tariffazione puntuale dei rifiuti urbani sin dal 2018, con attività di ricerca, affiancamento, formazione e divulgazione. Inoltre, nel periodo 2019-2023 ha partecipato al progetto LIFE REthink WASTE, il cui obiettivo era la definizione, sperimentazione e diffusione di un innovativo modello di gestione dei rifiuti basato sull’approccio PAYT-KAYT.
Il KAYT (da Know-as-you-throw – conosci quello che butti) è un approccio innovativo che punta a ridurre i rifiuti urbani e ad aumentare la raccolta differenziata informando regolarmente e in modo puntuale gli utenti, combinando tecnologia, gamification, tecniche di nudging, incontri con informatori e anche bonus economici e/o sociali, che aumentano l’attenzione e le conoscenze degli utenti, per persuaderli a modificare e migliorare i propri comportamenti. Il KAYT può integrare la TP o essere introdotto come elemento che va a rafforzare il sistema di raccolta differenziata in attesa dello sviluppo completo del sistema di tariffazione puntuale.