Martedì 21 maggio l’Agenzia Europa per l’Ambiente (EEA) ha pubblicato il rapporto “Gestione dei tessili usati e di scarto nell’economia circolare europea” che mostra lo stato attuale della produzione di rifiuti tessili, i sistemi di raccolta, la capacità di trattamento e le diverse classificazioni usate in Europa.
Secondo la stima dell’EEA, nel 2020 nell’Ue sono stati prodotti circa 16 kg di rifiuti tessili pro capite. Solo circa un quarto di questa quantità (4,4 kg) è stato raccolto separatamente per il riutilizzo e il riciclaggio, il resto è finito nei rifiuti domestici misti. Di tutti i rifiuti tessili, l’82% proveniva dai consumatori e il resto erano rifiuti derivanti dalla produzione o da prodotti mai venduti.
La Direttiva quadro sui rifiuti dell’Ue (WFD) impone agli Stati membri di dotarsi di sistemi di raccolta differenziata per i tessili usati a partire dal prossimo anno. La Commissione Europea ha inoltre proposto una revisione mirata della WFD, per introdurre un’estensione obbligatoria della responsabilità del produttore nel settore tessile in tutti gli Stati membri, per rendere i produttori responsabili dell’intero ciclo di vita dei prodotti, dalla progettazione alla gestione dei rifiuti. La proposta della Commissione introduce inoltre norme sulla raccolta differenziata dei tessili e requisiti di smistamento per la spedizione di tessili usati.
Secondo un sondaggio condotto dall’EEA nel 2023, la maggior parte degli Stati membri dell’Ue disponeva già di sistemi di raccolta differenziata, ma principalmente per catturare i tessili riutilizzabili. Il rapporto dell’Agenzia avverte che, oltre alla raccolta differenziata, è necessario aumentare le capacità di smistamento e riciclaggio in Europa per evitare che i tessili raccolti finiscano negli inceneritori, nelle discariche o vengano esportati in regioni al di fuori dell’Ue.
È inoltre necessario armonizzare le definizioni e le pratiche di rendicontazione sui tessili usati e di scarto. Ciò è chiaramente dimostrato anche dai dati raccolti dall’EEA che mostrano ampie discrepanze dovute alle diverse interpretazioni di ciò che costituisce un rifiuto e di ciò che costituisce un tessile usato.
L’EEA ha precedentemente pubblicato diverse valutazioni riguardanti il settore tessile nell’economia circolare europea, tra cui la distruzione dei tessili restituiti e invenduti, i tessili e l’ambiente, la progettazione per la circolarità, la microplastica derivante dal consumo dei tessili, le esportazioni di tessili usati e i tessili di origine biologica.