Si sono riuniti il 29 settembre a Bologna, sotto l’egida di Unionplast, le imprese e alcuni dei principali rappresentanti politici italiani contrari all’attuale bozza del nuovo Regolamento europeo sugli imballaggi (PPWR). Il voto sul testo è atteso in commissione Ambiente del Parlamento Ue tra il 23 e il 24 ottobre, con possibile arrivo in plenaria durante la seconda sessione di novembre.
L’incontro di Bologna “PPWR: quale impatto sul packaging per alimenti?”, organizzato da Profood, il gruppo di Confindustria ~ Federazione Gomma Plastica che raccoglie alcuni fra i principali produttori italiani di stoviglie ed imballaggi monouso per l’industria agroalimentare, ha visto la partecipazione del Sottosegretario del Ministero delle Imprese e del Made in Italy Massimo Bitonci, gli europarlamentari Salvatore De Meo, Carlo Fidanza e Paolo Borchia, oltre a numerosi rappresentanti delle filiere interessate.
“Gli obiettivi di base del PPWR sono certamente condivisibili – ha dichiarato Marco Omboni, consigliere di Profood – ma è assolutamente necessario esprimere le diffuse preoccupazioni sulle conseguenze del testo originale che non va nella direzione corretta per il raggiungimento degli obiettivi. Confidiamo che gli europarlamentari chiamati a modificare il testo lo rendano maggiormente aderente alla realtà con scelte fatte sulla base di evidenze scientifiche e non meramente ideologiche. Del resto, il nostro Paese ha fatto, in ossequio a quanto prescritto dall’Europa, risultati eccezionali sulla filiera del riciclo, mentre con la proposta di Bruxelles si sterza bruscamente verso il riutilizzo senza tenere in considerazione elementi come igienicità, tracciabilità, spreco alimentare, conservazione di un prodotto che, specialmente nell’ortofrutta, ne risentirebbe molto”.
Secondo Marco Bergaglio, presidente di Unionplast, il problema è anche economico: “Siamo molto preoccupati per la nostra filiera, ma anche per quelle che sono a valle e utilizzano i nostri prodotti. Si tratta di 50000 impiegati e 4000 imprese, con un moltiplicatore sul PIL di 3,2€. L’imballaggio su questi numeri vale il 40%, quando leggiamo nella proposta della commissione che si vuole far calare ogni cinque anni il 5 per cento di questi numeri, capiamo quanto sono grandi i rischi su questa filiera: dovremmo mandare a casa il 15% dei lavoratori”.
L’opposizione al Regolamento, sottolinea Carlo Fidanza, raccoglie trasversalmente gli europarlamentari italiani: “Alcuni colleghi dell’altro lato della barricata, come la collega Patrizia Toia, hanno fatto un ottimo lavoro su questo regolamento nella commissione Industria. Occorre però un po’ di sano lobbying su di loro perché votino nell’interesse del nostro Paese”.
“Oggi è la giornata di sensibilizzazione contro lo spreco alimentare, un’ottima occasione per ricordare quanto il packaging sia importante in questa battaglia”, ha voluto invece sottolineare Andrea Campelli, Direttore comunicazione e Relazioni Esterne di Corepla. “Il regolamento sembra una norma anti-plastica, che non considera i benefici igienici, di trasporto e distribuzione che ha del packaging. Della raccolta differenziata ed eventuali obblighi non c’è alcuna menzione. Si tratta di una pratica che l’Italia ha dimostrato essere molto efficiente, ci stupisce che nel voler affrontare il problema complessivo dell’inquinamento, che come filiera noi vogliamo contrastare attivamente, non si consideri quanto la raccolta differenziata pesi nel raggiungimento degli obiettivi. Corepla avvia a riciclo circa 1,5 milioni di tonnellate ogni anno, un numero in crescita da 25 anni: tutto questo sistema virtuoso verrebbe vanificato da questo regolamento, cui il sistema Italia, per una volta, sta rispondendo compatto”.
A conclusione dell’evento è intervenuto Massimo Bitonci, Sottosegretario del Ministero delle Imprese e del Made in Italy: “L’Europa purtroppo quando interviene nei singoli settori non dà una mano alle nostre imprese, ma complica loro la vita. Gli operatori del packaging italiani sono un’eccellenza europea, soprattutto nel riciclo, dove si sono già ampiamente raggiunti gli obiettivi comunitari. Se l’Europa improvvisamente vira verso il riuso, seguendo le istanze dei Paesi nord europei, vengono a galla tutte le contraddizioni del sistema europeo. I temi che possono contrastare questa versione del regolamento, propugnati dal nostro parlamento e successivamente dal nostro governo, sono quello della neutralità, quello del compostabile e quello dell’igiene. Ci potrebbero essere inoltre altre conseguenze legate al riuso, che comporterebbe costi maggiori, maggiore produzione di scarti e di CO2 secondo le analisi che hanno fatto le Commissioni a livello parlamentare”.