“I dati definitivi relativi all’anno 2020 ci mostrano un settore in piena salute che ha ben affrontato il momento difficile attraversato dall’economia mondiale. L’industria del packaging italiano è riuscita a contenere le perdite in maniera egregia, registrando appena un -1,6% rispetto all’anno precedente per la produzione espressa in tonnellate, assestandosi intorno alle 16.642 t/000″. Così in una nota l’Istituto Nazionale Imballaggi. “Anche per il fatturato il calo è stato decisamente inferiore a quello registrato per l’industria manifatturiera italiana, per il settore degli imballaggi si è registrato un -2,1%, portando il fatturato a circa 33 miliardi di euro”.
“Le ipotesi relative al 2021, basandoci sui primissimi dati preconsuntivi, sono di una ripresa del settore con andamento tendenziale positivo – prosegue la nota – La produzione espressa in tonnellate dovrebbe registrare un incremento dell’1,5%, supportato sia dalle esportazioni, che molto probabilmente registreranno un tasso tendenziale del +5%. Anche per il mercato interno si ipotizza una crescita apri al +1,6%. Importante balzo in avanti per le importazioni che continuano il loro percorso in costante crescita, nel 2021 dovrebbero aumentare del 20% circa. Con un tasso di crescita medio annuo pari al +2% nel 2024 dovremmo superare le 18.000 tonn/000 di imballaggi prodotti in Italia“.
Infine “per quanto riguarda le quotazioni delle materie prime utilizzate per produrre imballaggi, nel 2021 risultano tutte in crescita, con impennate negli ultimi due mesi dell’anno. Questo fenomeno ha riguardato tutti i materiali, fatta eccezione per la cellulosa dove i rincari sono stati decisamente più contenuti. Le differenze tra i tassi tendenziali medi del 2021 rispetto a quelli del 2020 sono molto marcate, per alcuni polimeri plastici parliamo addirittura di più del 90%, stirolo butadiene acrilonitrile (ABS) per stampaggio”.