Nel 2020 sono state circa 6,8 milioni le tonnellate di materiali da imballaggio post consumo conferite dai Comuni e gestite dai Consorzi di filiera in Italia, con un incremento di oltre il 6% rispetto all’anno precedente e del 40,9% nel quinquennio 2016-2020. In testa la carta, seguita da vetro, plastica, legno, acciaio e alluminio. I numeri emergono dall’ultimo rapporto Anci Conai presentato martedì 4 ottobre. Ma non tutti i materiali hanno registrato aumenti rispetto al 2019, anzi: sono cresciuti i conferimenti di carta (+19,5%), vetro (+2,5%) e acciaio (+6,1%), mentre sono diminuiti alluminio (-7,6%), plastica (- 2,5%), e legno (-5,7%).
Dal 2016 al 2020 tuttavia gli aumenti hanno riguardati tutti i materiali: in particolare, la filiera della carta è quella che ha riportato il maggior incremento dei flussi (+63% negli ultimi cinque anni), seguita da quella della plastica (circa il 41%), mentre la filiera col minor aumento dei flussi è stata quella del legno (13% dal 2016 al 2020). Complessivamente i 6,8 i milioni di tonnellate di imballaggi conferiti nel 2020 hanno fruttato ai Comuni convenzionati quasi 628 milioni di euro di corrispettivi, in crescita del 4,31% sul 2019.
Per quanto riguarda le quantità medie pro capite di materiale conferito, nel corso del quinquennio considerato si assiste complessivamente ad una crescita, mentre si registra una contrazione solo nell’ultimo anno considerato per legno e plastica. Il confronto delle performance di raccolta contenuto nel Rapporto è stato effettuato analizzando le rese medie pro capite dei Comuni distinti per classi demografiche, ripartizione geografica, Regione e Città metropolitana di appartenenza. Dall’analisi emerge che l’intercettazione media pro capite è diversa da consorzio a consorzio, e in particolare:
- per Cial e Coreve i risultati sono decrescenti all’aumentare della dimensione della classe demografica considerata, cioè sono maggiori nei Comuni di minore dimensione demografica;
- per Comieco, l’intercettazione è superiore al dato medio nazionale nelle fasce demografiche 5.000- 20.000 e 20.000-50.000 abitanti;
- per Corepla e Rilegno, invece, l’intercettazione è più elevata per le fasce demografiche 1.000-5.000 e 5.001-20.000 abitanti;
- per Ricrea, infine, i risultati pro capite sono pressoché omogenei in tutte le fasce demografiche.
In sostanza, si evidenzia che mentre le raccolte storiche della carta e della plastica hanno rese medie pro capite piuttosto uniformi fra le diverse classi demografiche, quelle del vetro, dei metalli e soprattutto del legno appaiono più performanti nei contesti demografici piccoli e medi.