Cominceranno nei prossimi giorni ad Ottawa le negoziazioni per il quarto e penultimo ciclo di negoziati delle Nazioni Unite, l’INC-4, per un Trattato globale sull’inquinamento da plastica. Un’analisi del Wwf sulle proposte avanzate dagli Stati sulla bozza zero del Trattato mostra come la maggior parte degli Stati sostenga l’inclusione di norme globali ambiziose e giuridicamente vincolanti lungo tutta la catena del valore della plastica. Questa posizione non è però supportata all’unanimità, continuano le resistenze da parte di un gruppo di Stati interessati a proteggere il profitto piuttosto che le persone e il Pianeta. Ora più che mai, sottolinea il Wwf, con solo due cicli di negoziati rimasti, quello che i Governi decideranno a Ottawa potrebbe quindi decretare la riuscita o il fallimento del Trattato.
L’associazione spiega che per avere un Trattato forte e vincolante entro la fine del 2024, i Governi devono ora dare priorità a quelle misure chiave che avranno l’impatto maggiore sull’inquinamento da plastica – in particolare il divieto a livello globale per quei prodotti in plastica dannosi e non necessari, la definizione di requisiti a livello di prodotto che portino ad una riduzione nella produzione e ad un incremento nei livelli di riciclo e riutilizzo dei prodotti in plastica; un robusto pacchetto finanziario a sostegno delle misure individuate.
Una decina di Stati si sono opposti all’inserimento di queste misure nel testo finale del Trattato e nel corso dei precedenti negoziati hanno messo in atto azioni di indebolimento che hanno portato a ritardare e a ribaltare alcuni elementi del Trattato in deroga alla decisione unanime presa nel 2022 per impedire qualsiasi tipo di progresso reale per porre fine all’inquinamento da plastica. Questo non può e non deve succedere anche durante l’INC-4.
“L’INC-4 rappresenta il momento cruciale per questo Trattato e dobbiamo guadagnare molto terreno in un periodo di tempo piuttosto breve. I governi devono pertanto trovare urgentemente un accordo sulle quelle misure globali che avranno il maggiore impatto sull’inquinamento da plastica. Per non tradire la fiducia che i cittadini e noi tutti riponiamo nei loro confronti devono trasformare questa ambizione in realtà.”, ha affermato Eva Alessi, Responsabile Sostenibilità del WWF Italia.
Norme globali e giuridicamente vincolanti permetterebbero a paesi e aziende di agire seguendo le stesse regole ma agevolerebbero anche lo sviluppo di soluzioni, di innovazioni e la mobilitazione di investimenti lungo tutta la catena del valore, portando ad una distribuzione più equa anche degli oneri legati a tutte quelle attività essenziali per affrontare l’inquinamento da plastica, dalla produzione fino al suo riciclo.
Attualmente, i costi ambientali, sociali ed economici della plastica sono otto volte più alti per i Paesi a basso e medio reddito rispetto ai Paesi ad alto reddito.
Finora, le misure nazionali e volontarie si sono rivelate inefficaci, continuare su questa strada non farebbe altro che esacerbare il problema aggiungendo peso sulle spalle dei paesi a basso e medio reddito che già subiscono oltremodo gli effetti dell’inquinamento da plastica.
Recentemente, un sondaggio Ipsos pubblicato dal WWF e dalla Plastic Free Foundation ha mostrato che l’85% delle persone intervistate a livello mondiale ritiene che un Trattato globale sull’inquinamento da plastica, una volta approvato, dovrebbe vietare la plastica monouso che oggi è responsabile di oltre il 70% dell’inquinamento da plastica negli oceani.
Per facilitare questo cambiamento, dobbiamo anche promuovere e investire in sistemi di riutilizzo. L’ultimo rapporto del WWF Unpacking Reuse in the UN Plastics Treaty (“Il Riutilizzo all’interno del Trattato globale sull’inquinamento da plastica”) evidenzia le cinque categorie di prodotto più promettenti a cui applicare modelli di riutilizzo e fornisce indicazioni su come il riutilizzo possa essere efficacemente integrato all’interno del Trattato, diventando una delle leve più importanti per ridurre l’inquinamento da plastica in linea con i principi di un’economia circolare.
Con il 60% dei rifiuti di plastica provenienti dai centri urbani, le città sono in prima linea nell’affrontare la crisi globale della plastica. Questo ha portato il WWF a promuovere lo sviluppo dell’Iniziativa globale “Plastic Smart Cities” che riunisce tutte quelle città impegnate sul tema con l’obiettivo di fare rete nell’intraprendere azioni concrete per fermare l’inquinamento da plastica, la prima città in Italia ad aderire all’Iniziativa è stata Venezia.