Con 336 voti a favore, 300 contro e 13 astenuti il Parlamento europeo ha adottato il mandato negoziale sulla legge sul ripristino della natura, la Nature Restoration Law. Il mandato approvato permetterà di iniziare i negoziati con il Consiglio Ue, che aveva già approvato la propria versione della norma, che rappresenta un architrave del Green Deal. Non è quindi riuscito il boicottaggio da parte del Ppe, che sulla transizione ecologica e il pacchetto Fit for 55 ha assunto via via posizioni sempre più critiche, propedeutiche ad una possibile alleanza con l’estrema destra.
Se la legge non fosse passata in Parlamento sarebbe stata messa in discussione tutta la tenuta del Green Deal. Ora potranno iniziare i negoziati legislativi con il Consiglio Ue, con l’obiettivo di arrivare al via libera definitivo prima del voto nel 2024. Nel caso in cui il provvedimento venisse approvato definitivamente, gli stati membri avranno un tempo massimo di due anni per presentare alla Commissione i piani di ripristino nazionali, che comprenderanno le strategie di riqualificazione degli habitat e i piani di monitoraggio per verificare i progressi raggiunti. L’Agenzia europea per l’ambiente lavorerà invece per la raccolta dati e per la strutturazione di linee guida a supporto dell’implementazione del regolamento.
La legge sul ripristino della natura è uno dei pilastri del pacchetto clima della Commissione europea e si inserisce nella strategia sulla biodiversità per il 2030. Tra i suoi punti c’è la previsione di obiettivi giuridicamente vincolanti per gli Stati membri per il rispristino degli ecosistemi. In sostanza l’obiettivo è quello di servirsi dello strumento legislativo per per fermare la perdita di biodiversità e garantire alle generazioni future i servizi ecosistemici da essa derivanti.
La proposta segue il filo logico della la Strategia Europea 2030 per la Biodiversità. Si punta per quell’anno al ripristino di almeno il 20% delle zone terrestri e marine europee, per arrivare idealmente entro il 2050 a riqualificare tutti gli ecosistemi degradati. In particolare, la legge fa un esplicito riferimento agli ecosistemi fluviali, forestali, urbani e agricoli, ma si punta anche ad aumentare il verde urbano e a diversificare le aree coltivate, in modo da favorire tra gli altri farfalle, insetti impollinatori e uccelli.
I negoziati sulla proposta erano partiti all’insegna del dialogo. Ma, con il passare del tempo, anche la legge sulla natura ha risentito della frattura tra S&d e Popolari sui temi ambientali. Una frattura che ha visto più volte protagonista anche la maggioranza italiana, fortemente critica su alcuni aspetti del Fit for 55.