Venerdì 21 maggio sono state pubblicate le “Linee guida per la gestione in sicurezza di attività educative non formali e informali, e ricreative, volte al benessere dei minori durante l’emergenza COVID-19”, contenute nell’Ordinanza del Ministro della Salute di concerto con il Ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia, e di prossima pubblicazione in gazzetta ufficiale.
Scorrendo il documento alla sezione 2, che mira a regolamentare le “Attività educative non formali e informali, e ricreative volte al benessere dei minori” (allegato 8), all’interno delle “Indicazioni per la protezione e controllo dell’infezione” per quanto riguarda la sicurezza dei pasti, a pagina 9 si legge che “se sono previsti pasti, il gestore deve prevedere procedure specifiche, che rispettino queste indicazioni: si devono sempre utilizzare posate, bicchieri e stoviglie monouso, possibilmente biodegradabili, anche al di fuori dei pasti”.
Insomma il Ministero della Salute di concerto con il Ministero delle Pari Opportunità e della Famiglia obbliga a “utilizzare posate, bicchieri e stoviglie monouso” in plastica. La notizia ha già allarmato molti ambientalisti perchè nei fatti le indicazioni sono in palese contrapposizione con lo spirito della direttiva europea sulle plastiche monouso (SUP) che è stata recepita in via definita dal parlamento italiano poco più di 30 giorni fa, con il ddl n. 1721-B Legge di delegazione europea 2019-2020.
Inoltre con queste linee guida ministeriali è lo stesso ministro della Salute, Roberto Speranza, a contraddirsi, visto che lo scorso anno quando venne audito dalla Commissione Ecomafie sulla gestione dei rifiuti collegata all’emergenza COVID-19, riferì che il lavaggio con acqua calda e detergente delle stoviglie riutilizzabili assicurasse un’adeguata sicurezza biologica. Sempre durante la stessa audizione il ministro si disse propenso ad attuare una campagna di sensibilizzazione delle attività di ristorazione in favore dell’uso di stoviglie riutilizzabili. Insomma qualcosa è cambiato all’interno dei ministeri. Probabilmente aveva ragione Greenpeace quando lanciava l’allarme sul recepimento della direttiva SUP da parte dell’Italia, paventando il “rischio di recepimento al ribasso e non coerente con la disciplina comunitaria”.
Tra l’altro le nuove linee guida vanno ad aggiornare quelle precedenti, la cui prima pubblicazione è avvenuta con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 17 maggio 2020. Ad un’analisi di tutti i precedenti provvedimenti (consultabili qui) emerge che prima il governo privilegiava l’uso di “posate, bicchieri e stoviglie personali”, dando il “monouso e biodegradabile” come alternativa, oppure le stoviglie riutilizzabili “pulite con sapone ed acqua calda, o tramite una lavastoviglie” dal gestore. Oggi tutta questa attenzione verso la sostenibilità, il riuso e soluzioni biodegradabili e compostabili sparisce in poche righe in favore del monouso in plastica.
A questo punto una domanda sorge spontanea: visto che le linee guida sono state redatte grazie con il contributo di Associazione nazionale comuni italiani, Unione delle Province d’Italia, Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Società italiana di pediatria, d’intesa con i Ministeri dell’istruzione, della salute, del lavoro e delle politiche sociali, delle politiche giovanili e dello sport, ed è integrato dalle raccomandazioni del Comitato tecnico-scientifico del Dipartimento della protezione civile e della Presidenza del Consiglio dei ministri, è possibile che nessuno si sia accorto di queste palesi incongruenze?