Un team di ricercatori del Francis Crick Institute di Londra ha scoperto come l’inquinamento atmosferico porti allo sviluppo del cancro ai polmoni, dimostrando in sostanza che lo smog risveglia cellule vecchie e danneggiate dell’organismo umano. Lo studio trasforma completamente la nostra comprensione di come si verificano i tumori.
Guidata dal professor Charles Swanton, la ricerca mostra che l’esposizione al particolato PM2,5 nell’aria stimola la crescita delle cellule nei polmoni che portano mutazioni cancerogene. Esaminando i dati di oltre 400.000 persone, gli scienziati hanno anche riscontrato tassi più elevati di altri tipi di cancro in aree con alti livelli di PM2,5. I ricercatori ipotizzano che l’inquinamento atmosferico possa promuovere la crescita di cellule portatrici di mutazioni cancerogene in altre parti del corpo.
Lo studio, presentato dal professor Swanton al Congresso ESMO che si è tenuto il 10 settembre, fa parte del TRACERx Lung Study, un programma da 14 milioni di sterline finanziato da Cancer Research UK per capire come il cancro ai polmoni inizia e si evolve nel tempo, nella speranza di trovare nuovi trattamenti per la malattia.
Sebbene il fumo rimanga il principale fattore di rischio per questa grave patologia, si stima che circa 6.000 persone che non hanno mai fumato muoiano ogni anno di tumore ai polmoni nel Regno Unito, alcune delle quali potrebbero essere dovute all’esposizione all’inquinamento atmosferico. A livello globale, la stima è di circa 300.000 decessi per cancro ai polmoni nel 2019 attribuibili all’esposizione al PM2,5.
L’inquinamento atmosferico è stato collegato a una varietà di problemi di salute, tra cui l’asma, la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), le malattie cardiache e la demenza. Ma come provoca il cancro in persone che non hanno mai fumato è stato un mistero fino ad ora. Molti agenti ambientali, come i raggi UV, e lo stesso fumo danneggiano la struttura del DNA, creando mutazioni che provocano l’inizio e la crescita del cancro. Ma non è stato possibile trovare prove che l’inquinamento atmosferico muti direttamente il DNA, quindi gli scienziati hanno cercato una spiegazione diversa.
Hanno studiato la teoria secondo cui il PM2,5 provoca un’infiammazione nei polmoni. Quest’infiammazione sveglia le cellule normalmente inattive che portano mutazioni cancerogene. La combinazione di mutazioni cancerogene e infiammazione può far sì che queste cellule crescano in modo incontrollabile, formando tumori.
Gli scienziati in particolare hanno esaminato un tipo di cancro del polmone chiamato “cancro del polmone mutante del recettore del fattore di crescita epidermico” (EGFR) (Le mutazioni nel gene EGFR si trovano comunemente in persone che non hanno mai fumato). Hanno esaminato i dati presi da oltre 400.000 persone del Regno Unito e dei paesi asiatici, confrontando i tassi di cancro ai polmoni mutante EGFR in aree con diversi livelli di inquinamento da PM2,5. Ebbene hanno riscontrato tassi più elevati di cancro del polmone mutante EGFR, nonché tassi più elevati di altri tipi di cancro, nelle persone che vivono in aree con livelli più elevati di inquinamento da PM2,5.
Il team ha quindi esposto i topi con cellule portatrici di mutazioni EGFR nei polmoni all’inquinamento atmosferico a livelli normalmente presenti nelle città. Hanno scoperto che i tumori avevano maggiori probabilità di iniziare da cellule portatrici di mutazioni di EGFR, rispetto a quei topi non esposti all’inquinamento atmosferico. I ricercatori hanno dimostrato che il blocco di una molecola chiamata IL-1β, che normalmente provoca infiammazione e viene rilasciata in risposta all’esposizione a PM2,5, impedisce la formazione di tumori in questi topi.
Il team di ricerca ritiene che il modello presentato nel loro studio potrebbe essere responsabile delle prime fasi di molti diversi tipi di cancro, in cui i fattori scatenanti ambientali risvegliano le cellule portatrici di mutazioni cancerogene in diverse parti del corpo.