La stragrande maggioranza dei rifiuti organici europei, che potrebbero essere una preziosa materia prima per l’industria biologica e la biomanifattura, non viene attualmente riciclata ma avviata a smaltimento, in discarica o negli inceneritori. Un’opportunità mancata non solo per ottenere una migliore gestione dei rifiuti alimentari, ma anche per favorire una crescita sostenibile, obiettivo fondamentale per un’Europa che dà priorità all’autonomia strategica, alla competitività, alla circolarità e alla transizione verde.
A dirlo è il Bio-based Industries Consortium (BIC), la principale associazione industriale europea che pone l’innovazione e la sostenibilità al centro della bioeconomia, che ha collaborato con Zero Waste Europe (ZWE) per produrre una seconda edizione del rapporto sul potenziale non sfruttato dei rifiuti organici Ue. Pubblicato martedì 5 novembre, il report mostra che, nonostante la raccolta dei rifiuti organici sia diventata obbligatoria negli Stati membri dal 1° gennaio 2024, l’Ue a 27 più la Norvegia e il Regno Unito intercettano solamente 5.112.788 tonnellate all’anno, meno del 26%. Tutto il resto finisce conferito in discarica o bruciato negli inceneritori.
Il rapporto BIC, che include schede informative nazionali, fornisce esempi di come le industrie basate sulla biotecnologia contribuiscono ad affrontare la sfida dei rifiuti, oltre a citare le migliori pratiche nella gestione degli scarti a livello comunale.
“Il settore bio-based sta già valorizzando i rifiuti organici in processi intelligenti ed efficienti. Un certo numero di membri del BIC sono aziende che utilizzano metodi innovativi per convertire i rifiuti organici in prodotti a base biologica di alto valore – afferma il direttore esecutivo del Bio-based Industries Consortium, Dirk Carrez – Un’intercettazione più efficiente dei rifiuti organici consentirà di valorizzarli maggiormente nelle industrie a base biologica e in particolare per la bioproduzione”.
“Dato che nell’Unione europea solo il 26% dei rifiuti alimentari viene intercettato, è chiaramente necessaria un’azione molto più forte – dice invece Jack McQuibban, responsabile dell’attuazione locale di ZWE – E’ necessario rivedere la legislazione, per stabilire obiettivi giuridicamente vincolanti per la qualità dei rifiuti organici intercettati e un limite alla generazione di rifiuti residui pro capite, che incentiverebbe una migliore raccolta e trattamento dell’organico in tutta l’Ue a 27″.