Piazza della Repubblica torna ad animarsi di ambulanti, non per vendere frutta e verdura ma per protestare contro una chiusura forzata che sta mettendo in ginocchio centinaia di famiglie. In silenzio e con vistosi cartelli i venditori del mercato all’aperto più grande d’Europa hanno fatto sentire la propria voce.
È dal 21 marzo che le attività di vendita di generi alimentari sono sospese al mercato di Porta Palazzo e, dalla giunta Appendino, non è arrivata nessuna risposta concreta sulla riapertura nonostante gli ambulanti abbiano avanzato svariate proposte per la vendita in sicurezza. Anche noi di Eco dalle Città abbiamo messo a disposizione degli ambulanti le Sentinelle dei Rifiuti e gli Ecomori del Progetto RePoPP per la realizzazione di un’azione di sorveglianza e filtraggio antiassembramento. Attualmente il progetto, controfirmato dal rappresentante ambulanti e sottoscritto anche dalla costituenda Fondazione di Comunità di Porta Palazzo, non ha ricevuto nessuna risposta.
Il flash mob di questa mattina ha voluto attirare l’attenzione per sollecitare una risposta rapida da parte delle istituzioni. Se da una parte il Comune di Torino risponde che, come accaduto durante la riunione congiunta del 30 marzo della 1a e 3a commissione consiliare, il mercato rischia di trasformarsi in un’area attrattiva, dall’altro gli ambulanti si vedono negare il diritto al lavoro nonostante abbiano dimostrato negli ultimi giorni di apertura del mercato di essere in grado di garantire la sicurezza dell’area nel rispetto dei decreti ministeriali e delle ordinanze regionali.
Inoltre la chiusura del mercato si ripercuote su tutti i 40 mila residenti dei quartieri di Aurora, Borgo Dora e parte del centro città ai quali è, nei fatti, negata la possibilità di rifornirsi di frutta e verdura a costi bassi. Un aspetto da non sottovalutare se si considera che le zone a ridosso di Porta Palazzo sono tra le più povere ed emarginate della città.