La Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare è giunta alla sua nona edizione: da più parti in tutta Italia è stata celebrata, ricordata, discussa. Eco dalle Città, dopo l’aperitivo “Spreco Zero” con cui ieri sera ha contribuito a creare confronti e dialoghi fra gli attori della scena torinese che si occupano di recupero di eccedenze alimentari, ha organizzato per oggi una seconda iniziativa.
Il “Saluto Salvacibo” è stato pensato per essere un momento rapido ed efficace, in grado di raccogliere l’attenzione delle numerose persone e famiglie che transitano per Porta Palazzo al mezzogiorno del sabato, l’orario di maggior afflusso del mercato all’aperto più grande d’Europa. Un’occasione per attirare l’attenzione sul tema oggetto della Giornata: one health, one Eart – stop food waste, “una è la salute, una sola la Terra, fermiamo lo spreco alimentare”.
Ad aprire le danze, un gruppo di EcoMori è uscito dal Mercato Centrale sullo spiazzo antistante, preceduto dal tamburello di Luna, portando simboliche cassette di prodotti ortofrutticoli e ripetendo lo “storico” refrain degli eventi di piazza di Eco dalle Città: buttare o non buttare? Questo è il dilemma!
Al centro della scena si è quindi posto un EcoMoro, El Assane Camara, che ha declamato i versi di uno Shakespeare salvacibo:
Buttare o non buttare? Questo è il dilemma!
Se sia di più nobil animo per la pancia
impugnare la mela marcia
contro un mare di pregiudizi
e affrontandoli saziarsi
Mangiare, nutrirsi, null’altro
E dire che con quella mela poniamo fine
alle angosce del cuore
e ai mille affamati che è, di natura, eredità del consumismo
È una conclusione
da essere avidamente desiderata;
mangiare, nutrirsi, condividere,
e forse saziarsi; ah, ecco,
ecco il problema!
Buttare o non buttare?
E dopo l’arte oratoria, quella figurativa: gli EcoMori hanno addobbato l’albero, ma non come si è soliti fare a Natale. Al posto delle palline, frutta e verdura recuperata dai mercati nelle ultime 24 ore: è l’Albero della Vita e della Terra, la cui inaugurazione si è tenuta alla presenza dell’autrice dell’opera, Cristina Pistoletto, che l’ha realizzata con la partecipazione di Alessandro Rivoir e il sostegno di Carlotta Marchigiano e Gilberto Daniele. “L’albero della vita è un antico simbolo di rinascita per me molto importante; in questo frangente si manifesta come simbolo del l’unicità che contiene le biodiversità dell’ecosistema Terra, così come tutti gli umani si possono dire tutte dita di una stessa mano”, ha illustrato l’artista.
Paolo Hutter, presidente di Eco dalle Città, ha ricordato che i progetti di recupero dell’associazione hanno consentito nel corso del 2021 “di salvare circa 200 tonnellate di cibo dai mercati e altre 200 dal CAAT tramite l’attività della Carovana Salvacibo, oltre ad alcune tonnellatedi pane, prodotti da forno e altri generi alimentari da piccoli supermercati ”, ma ha voluto aggiungere come al di là dei numeri questo lavoro abbia creato “cultura, relazioni umane e promozione di buone pratiche”, prima di passare la parola a Chiara Foglietta, assessora per la Città di Torino ad Ambiente e Transizione Ecologica.
“Sono contenta di essere al fianco di un’associazione che da anni recupera cibo guardando alla solidarietà e all’integrazione”, ha dichiarato, per poi proseguire: “Sapete che siamo di nuovo in una fase di difficoltà per tante famiglie, e la Città di Torino si sta muovendo per integrare le azioni che vanno in una direzione virtuosa; abbiamo candidato Torino a diventare carbon neutral entro il 2030, anticipando di vent’anni l’obiettivo UE”, ha concluso Foglietta, “e la lotta allo spreco così come l’economia circolare sono un nostro obiettivo primario”.
L’assessora ha di fatto concluso il Saluto Salvacibo organizzato nel cuore di Porta Palazzo, terminato il quale gli EcoMori sono ripartiti per svolgere il proprio consueto lavoro nei principali mercati ortofrutticoli di Torino, così come i numerosi volontari del Sabato Salvacibo che in ogni quartiere cittadino si adoperano per restituire dignità a frutta e verdura altrimenti destinati al macero; perché i progetti di recupero di Eco dalle Città non si fermano mai.