Martedì 21 marzo Milano è stata la terza città più inquinata al mondo secondo i dati della piattaforma IQAir, che si aggiornano continuamente in base alle ultime rilevazioni. Solo Teheran e Pechino hanno avuto una qualità dell’aria peggiore del capoluogo lombardo. L’Arpa ha confermato l’elevato livello di inquinamento atmosferico a Milano, rilevando che le concentrazioni di particelle sottili hanno raggiunto quasi il limite massimo di 50 microgrammi per metro cubo, con una media di Pm10 pari a 47.75 µg/m³.
Questa situazione drammatica è stata denunciata molte volte da numerose associazioni, le quali chiedono un intervento tempestivo per adottare azioni in grado di contrastare questo fenomeno, che rappresenta il più grande rischio per la salute dell’ambiente e causa una serie di malattie, tra cui quelle cardiovascolari e respiratorie.
Secondo diversi studi, l’inquinamento rappresenta uno dei principali fattori di rischio per la mortalità prematura. Si stima che, solo nel 2019, i livelli così elevati di PM 2.5 abbiano causato più di 6 milioni di decessi anticipati. Ma cosa si intende con PM 2.5? Si tratta della classificazione numerica data alle particelle di polveri sottili, che comprendono particelle solide e liquide sospese nell’aria e responsabili dell’inquinamento.
Il 21 marzo, la classifica dei comuni italiani più inquinati vede in cima Vimodrone, seguita da Rho e Milano. Escludendo Casale Monferrato in Piemonte (quinta posizione), i restanti comuni della classifica sono tutti in Lombardia: Vigevano (quarto posto), San Cristina (sesto), Bergamo (settimo), Torbole Casaglia (ottavo), Gaggiano (nono) e Pavia (decimo).