La Regione Piemonte ha concesso l’autorizzazione per bruciare i rifiuti indifferenziati provenienti da Roma nell’inceneritore del Gerbido di Torino. La richiesta è arrivata dalla Regione Lazio in seguito al grave incendio che ha coinvolto gli stabilimenti di Malagrotta lo scorso 15 giugno, in cui è bruciato uno dei due tmb presenti nell’area, compromettendo il già delicato equilibrio di gestione rifiuti della Capitale.
A Torino arriveranno ogni settimana fino a 1100 tonnellate di rifiuti indifferenziati per due mesi, al costo di 200 euro a tonnellata per un totale di circa 220 mila euro. La collaborazione di 60 giorni dovrebbe consentire ad Ama e al Campidoglio di trovare nel frattempo altre soluzioni. Nell’autorizzazione di Piazza Castello si precisa che qualora si verificassero eventuali emergenze sul territorio piemontese, tali da imporre un utilizzo maggiore del Gerbido, Roma dovrà trovare immediatamente un altro partner o diminuire la quantità accordata. Si tratta nel complesso di circa 8mila tonnellate che sembrano dare ragione a chi ritiene che l’idea, anche solo ventilata, di costruire un secondo impianto a Torino sia del tutto ingiustificata.
Intanto dalla giunta regionale del Lazio è in arrivo una delibera che prevede un aggravio del 5% dei costi per i comuni che smaltiscono i rifiuti al di fuori del proprio ambito territoriale ottimale (Ato). Un provvedimento che era già in programma nel piano rifiuti regionale del 2020 e che ora assume un nuovo significato, alla luce non solo dell’incendio ma anche del progetto di termovalorizzatore a Roma annunciato dalla giunta Gualtieri. Per la Capitale i costi sono ancora da quantificare ma è chiaro il rischio per i cittadini, ovvero pagare una tariffa rifiuti ancora più alta per un servizio che al momento non accenna a migliorare.