Si è chiuso il 75° Festival di Sanremo, ma Greenpeace continua a mantenere i riflettori accesi su sponsor e partner inquinanti del più grande evento televisivo italiano, mentre la richiesta di maggiore trasparenza arriva oggi anche in Parlamento.
La settimana scorsa, Greenpeace Italia aveva inviato una richiesta di accesso civico generalizzato (FOIA) a Rai e Rai Pubblicità, per chiedere la pubblicazione di documenti utili a svelare le cifre investite dalle aziende promotrici del Festival, in particolare quelle che hanno le maggiori responsabilità nella crisi climatica, e per conoscere più nel dettaglio gli spazi televisivi e i servizi riservati alle aziende.
Mentre attende una risposta dalla Rai, oggi Greenpeace Italia ha inviato un’ulteriore richiesta sullo stesso tema anche al Ministero dell’Economia e delle Finanze e al Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Il Ministero dell’Economia, infatti, controlla direttamente la Rai, mentre il Ministero delle Imprese definisce le linee guida che stabiliscono gli obblighi del servizio pubblico; secondo la normativa FOIA, la Rai e i Ministeri dovrebbero rispondere alle richieste di chiarimento da parte dei cittadini e della società civile entro trenta giorni al massimo. Contemporaneamente, la deputata Rachele Scarpa del Partito Democratico ha richiamato la richiesta FOIA di Greenpeace in una interrogazione parlamentare che verrà depositata oggi alla Camera e rivolta al Ministro dell’Economia e delle Finanze, al Ministro delle Imprese e del Made in Italy e al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Scarpa chiede, in particolare, “se i Ministri interrogati abbiano piena contezza delle problematiche e implicazioni sottese al finanziamento plurimilionario di aziende responsabili della crisi climatica in favore del servizio pubblico radiotelevisivo”, e se non ritengano opportuno regolamentare i rapporti tra Rai e aziende inquinanti, gestendo “lo spazio pubblicitario della Rai in coerenza con l’accordo di Parigi e il Green Deal Europeo”.
“Nell’interrogazione parlamentare si fa riferimento ad aziende come Eni, Costa Crociere, Suzuki e Coca-Cola: società con gravi responsabilità nella crisi climatica e ambientale, nonostante i loro spot pubblicitari parlino spesso e volentieri di presunti impegni per la sostenibilità”, dichiara Federico Spadini di Greenpeace Italia. “Queste operazioni di greenwashing vanno fermate, e se il primo passo per farlo è chiedere una maggiore trasparenza sugli accordi fra queste aziende ed eventi come il Festival di Sanremo, l’obiettivo resta quello di vietare per legge pubblicità e sponsorizzazioni delle aziende responsabili della crisi climatica, così come successo da tempo con quelle del tabacco”.