Il 7 febbraio il movimento #BreakFreeFromPlastic (BFFP) ha annunciato i risultati del Global Brand Audit 2023, che ogni anno rivela le maggiori aziende inquinatrici di plastica al mondo. Si tratta di un’iniziativa comunitaria partecipativa, in cui i rifiuti di plastica marchiati vengono raccolti, conteggiati e documentati per identificare i marchi responsabili dell’inquinamento. Gli audit sono in corso da sei anni consecutivi, seguendo una metodologia co-sviluppata dalle organizzazioni membri del BFFP.
Nel 2023 sono stati condotti 250 audit del marchio da 8.804 volontari in 41 paesi, che insieme hanno raccolto e controllato 537.719 rifiuti di plastica. I partecipanti provenienti da 97 organizzazioni della società civile hanno documentato 6.858 marchi di 3.810 società madri.
Poche le sorprese. I principali inquinatori globali sono risultati The Coca-Cola Company, Nestlé, Unilever, PepsiCo, Mondelēz International, Mars, Inc., Procter & Gamble, Danone, Altria e British American Tobacco. The Coca-Cola Company mantiene quindi la sua posizione di principale inquinatore numero 1 per il sesto anno consecutivo, stabilendo un nuovo record con un conteggio totale di rifiuti di plastica di 33.820: il conteggio più alto per l’azienda dall’inizio del progetto.
Per la prima volta, i rifiuti di plastica a marchio PepsiCo hanno superato in numero quelli di The Coca-Cola Company. Secondo la metodologia che considera in quanti paesi si trova un marchio, PepsiCo non è risultata il primo inquinatore poiché i suoi rifiuti sono stati trovati in 30 paesi rispetto ai 40 di Coca-Cola.
Le azioni legali contro le principali aziende si sono intensificate nel 2023; in Europa sono state intentate contro Danone, Coca-Cola e Nestlé. I dati relativi agli audit del marchio sono fondamentali proprio per fornire prove per le battaglie legali.
Attraverso questo impegno, BFFP invita le aziende a:
Rivelare il loro utilizzo della plastica fornendo dati pubblici sul tipo e sulla quantità di imballaggi utilizzati nei diversi mercati e sulle sostanze chimiche presenti negli imballaggi.
Porre fine al sostegno a soluzioni false come la combustione della plastica e il riciclaggio di prodotti chimici.
Riprogettare i modelli di business allontanandosi dagli imballaggi monouso di qualsiasi tipo, compresi nuovi materiali come la plastica di origine biologica o compostabile.
Investire in sistemi accessibili e convenienti di riutilizzo, ricarica o consegna di prodotti senza imballaggio in tutti i mercati, garantendo al tempo stesso una transizione giusta per tutti i lavoratori interessati.