Torino, 16 luglio 2022, un caldo infernale fuori all’Environment Park, una ventina di ragazzi rinchiusi in una stanza per tirar fuori la migliore idea per la sostenibilità sul tema “Rifiuti, giovani cittadini alla ricerca di soluzioni”. Questa è stata la ‘Sfida delle Idee’ promossa dal progetto Quartier Circolare (un’attività co-finanziata dall’Unione Europea e dalla Regione Piemonte nel contesto del “Bando Giovani e Agenda 2030 – Progetto Mindchangers”). In palio 3000 euro per sostenere la realizzazione dell’idea vincente, il tutto sotto l’occhio vigile e attento di Offgrid Italia che ha seguito e coordinato i ragazzi mettendoli nelle condizioni di valorizzare il flusso continuo di idee per renderle concrete e praticabili.
Per capire meglio chi ha vinto, in cosa consiste l’idea e quali sono le prossime tappe abbiamo intervistato Stefania Pasquarelli (25 anni, nata a Bari ma che a Torino si occupa di Community event and management) che, con il gruppo degli Esausti, ha vinto la Sfida delle idee.
Ma prima di scoprire le parole di Stefania qui sotto trovate le interviste al altri protagonisti della giornata che permettono di capire meglio gli obiettivi della Sfida. In ordine di apparizione ascolterete la voce di Giulia Randazzo (Coordinatrice tecnica progetto Mindchanger / Consorzio ONG Piemontesi), Pasquale Pellegrino (Comunicazione Mindchanger / Consorzio Ong Piemontesi), Andrés Felipe Ortiz Díaz (OffGrid Italia), Francesco Miacola (Project manager LVIA).
Ciao Stefania, partiamo dal principio. Come hai scoperto Quartier Circolare?
Grazie al buon vecchio metodo del passaparola. Il mio ragazzo che attualmente fa il servizio civile da Legambiente Metropolitano mi ha segnalato la possibilità di partecipare a la Sfida delle Idee. Mi è sempre piaciuto confrontarmi con gente nuova e quindi eccomi qua.
Insieme al tuo gruppo hai vinto la Sfida, insomma, buona la prima?
Quasi, è stato un lavoro di gruppo. Il mio gruppo è composto da tre persone, insieme a me ci sono anche Simone e Vittorio. Siamo il gruppo Esausto.
Nomen omen?
E già, abbiamo voluto chiamarci così perché il nostro obiettivo è quello di sensibilizzare ed educare i cittadini sul corretto conferimento e smaltimento degli oli esausti. Un rifiuto pericoloso che tutti produciamo ma che non è molto considerato dalla legislatura sul tema. Mi spiego meglio: a differenza della carta, della plastica e altri materiali post consumo non esiste un obbligo da parte dei cittadini di conferire questo rifiuto.
Parliamo di un rifiuto pericoloso altamente inquinante. Un solo litro di questo olio, versato nel lavandino o nel wc di casa come molti fanno, può inquinare fino a un milione di litri di acqua potabile. Numeri importanti e spaventosi al tempo stesso.
Il progetto è ancora in fase embrionale ma in cosa consiste la vostra idea?
L’informazione ai cittadini avverrà attraverso il posizionamento di uno stand durante una delle manifestazioni previste dal progetto Quartier Circolare nel prossimo mese di settembre. Inviteremo i cittadini a portare il proprio olio esausto, parliamo di quello vegetale, e attraverso un tutorial verranno illustrate le modalità per il corretto smaltimento.
Successivamente attraverso la gamefication verranno creati dei quiz interattivi per bambini e adulti, in modo tale da farli gareggiare tra loro per rafforzare le loro competenze in materia e permettere a nuove persone di apprendere nuove nozioni attraverso il gioco.
Inoltre raccoglieremo le best practices messe in campo dagli stessi cittadini su come smaltiscono l’olio esausto, così da permettere una contaminazione dal basso delle buone pratiche su questa tematica. Infine ci sarà una esposizione grafica di progetti che, in giro per il mondo, hanno utilizzato l’olio esausto per la produzione di energia. L’obiettivo quindi è quello di mostrare le potenzialità di un iter corretto dello smaltimento di questo rifiuto.
Prevedente di confrontarvi anche con i consorzi nazionali che si occupano dello smaltimento degli oli vegetali esausti?
Sì, c’è anche questa possibilità tra gli obiettivi a lungo termine del progetto. Ma adesso è troppo presto. Sicuramente avremo bisogno di un supporto tecnico durante la fase di raccolta degli oli esausti durante l’evento. Altro obiettivo, sempre a lungo termine, sarà quello di far sorgere nella Circoscrizione 5 del Comune di Torino uno o più centri di raccolta per invogliare ancora di più i cittadini al corretto smaltimento. Infine c’è la questione della replicabilità del progetto che è un nostro punto di forza. Nel senso che una volta impostati i quiz e tutti gli elementi di interazione, sarà possibile replicare facilmente il progetto inserendolo nei vari eventi cittadini con l’obiettivo di estendere questa modalità di informazione e sensibilizzazione ad altre aree della città. Abbiamo anche previsto di regalare ai partecipanti, a fine attività, degli imbuti filtranti così da stimolare nel concreto una reazione.
Però non mi hai ancora detto quale nome avete dato al progetto…
Non l’ho detto perché non c’è un nome ufficiale. Sicuramente ci sarà la parola esausto declinata in modo divertente. Abbiamo ancora tempo e la fantasia sicuramente non ci manca.