Qualcosa di ambientalista” che hai fatto o sostenuto finora nella tua attività sociale o politica
Mi occupo da diversi anni di mobilità attiva e di qualità dell’aria.Nel 2009 ho fondato la ciclofficina popolare di San Salvario, per aiutare le persone a diventare autonome nella manutenzione del proprio mezzo di locomozione. Nel 2012 sono stato tra i fondatori del movimento #salvaiciclisti, rete nazionale di persone e associazioni unite per chiedere maggiore sicurezza sulle strade per chi si muove in bicicletta, di cui sono stato uno degli animatori negli anni successivi. Sono stato tra i portavoce di Rete Mobilità Nuova, che propone una visione diversa della mobilità urbana. Ho contribuito alla formazione del Club delle Città 30 e lode, rete di 25 amministrazioni locali impegnate sui temi della moderazione del traffico e della sicurezza stradale. Mi sono occupato anche di formazione per tecnici e professionisti sulla progettazione di interventi di moderazione del traffico e ho partecipato a numerosi convegni e incontri in diverse città d’Italia. Ho anche collaborato alla sperimentazione di interventi “dal basso” di moderazione del traffico e a progetti sullo spazio pubblico. A livello locale sono stato uno dei fondatori dell’associazione Bike Pride Fiab Torino, nata dall’omonima manifestazione, di cui sono stato anche presidente. Sono attualmente vice presidente del Comitato Torino Respira, associazione che si batte per il rispetto di limiti di legge sulla qualità dell’aria e all’interno del quale ho coordinato diversi progetti di formazione nelle scuole e di citizen science per la misurazione dei livelli di inquinanti.
“Qualcosa di ambientalista” che più ti preme nel programma comunale dei prossimi anni
L’attività dei primi mesi dell’Amministrazione dovrà essere incentrata sulla battaglia al cambiamento climatico e per la riduzione di immissione di CO2 in atmosfera. Perché non c’è più tempo da perdere. Occorrerà fare un piano preciso, con obiettivi misurabili e attuabili, in modo che ogni attività messa in campo sia coerente con il raggiungimento di questo obiettivo. Tra le azioni che dovranno strutturare il piano deve essere previsto un capillare intervento per la diffusione del verde pubblico, con la piantumazione di alberi il più possibile diffusi, il blocco del consumo di suolo e la diffusione di aree permeabili, anche attraverso l’eliminazione di porzioni di aree asfaltate. Contemporaneamente dovrà essere completamente rivisto il sistema della mobilità, con l’obiettivo di dare alternative efficaci a chi vuole abbandonare l’auto, attraverso il potenziamento della rete tranviaria e lo sviluppo della ciclabilità, in attuazione del bicicplan. Da ultimo deve essere definito un progetto di risparmio energetico a partire dall’efficientamento dei consumi degli edifici pubblici.
“Qualcosa di ambientalista” nella tua vita quotidiana privata
Cerco di essere coerente con le mie scelte etiche nella mia pratica quotidiana: non posseggo un’auto e mi sposto quasi esclusivamente in bicicletta nei mei percorsi urbani; non mangio carne e compro principalmente sfuso nei mercati rionali o nei negozi senza imballaggi, cercando di ridurre al minimo l’utilizzo di plastica; bevo l’acqua del rubinetto a casa e riempio la borraccia quando sono in giro; coltivo sul balcone le piante aromatiche che uso in cucina. Raccolgo ad esempio gli scarti del mercato per nutrire i miei quattro porcellini d’india, così da ridurre gli scarti di cibo. Sono piccoli gesti che tutti potremmo mettere in pratica per ridurre la nostra impronta ecologica. Non sono perfetto, certo, mi piace viaggiare e i voli intercontinentali impattano fortemente sulla mia produzione di gas a effetto serra, ma cerco di fare il possibile.