La lotta allo spreco alimentare a Roma si fa anche grazie all’impegno di ReFoodGees, un’associazione che ogni sabato raccoglie e ridistribuisce le eccedenze alimentari del mercato in chiusura dell’Esquilino, alle porte della stazione Termini. A raccontare l’evoluzione del progetto è la sua presidente Viola De Andrade Piroli, in occasione della Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare del prossimo 5 febbraio. E lancia un appello: “Ogni mercato dovrebbe essere un gruppo di persone che recuperano l’invenduto e lo condividono tra tutte le persone che passano”.
Siete attivi dal 2017, e in mezzo ci sono stati anni di profondi cambiamenti, dalla pandemia alla crisi economica dell’ultimo anno. Dal vostro punto di vista, quali cambiamenti avete notato?
In realtà non abbiamo percepito un grosso cambiamento. Quella parte di popolazione che veniva a recuperare c’era fin dall’inizio, soprattutto da quando abbiamo cominciato all’Esquilino. Inizialmente, infatti, eravamo presenti all’Alberone, un quartiere di Roma molto diverso da questo, molto più piccolo. Per un periodo siamo andati avanti con entrambi i mercati ma col tempo il mercato vicino Termini ci ha assorbito totalmente. Qui fin dall’inizio è venuta davvero tanta gente. L’unica differenza è che si sono avvicinate più persone italiane, molto spesso perché avevano perso il lavoro.
Come funziona l’approvvigionamento?
Tendenzialmente recuperiamo frutta e verdura dal mercato in chiusura. Ci posizioniamo ogni sabato dalle 16 in poi proprio perché a quell’ora i banchi iniziano a chiudere per il weekend. In questo periodo c’è anche una maggiore richiesta di pane, anche perché è aumentata la nostra attenzione in questo senso. Sappiamo che il costo è aumentato e cerchiamo di andare il più possibile nei panifici a recuperarlo. I prodotti da forno sono sempre molto apprezzati: in questi giorni stiamo anche distribuendo dei panettoni artigianali di un panificio molto lussuoso dei Parioli che ha scelto di donare il suo invenduto. Il pane è l’unica tipologia di cibo che integriamo anche dall’esterno perché nel mercato c’è solo un piccolo panifici. I volontari cercano di andare in uno o più panifici della città il sabato mattina e portare l’invenduto qui per distribuirlo. C’è una grande richiesta ed è importante recuperarlo anche perché c’è un grande spreco considerando il ciclo di vita molto breve. Da questo punto di vista, il nostro appello è sempre rivolto ai panifici della città. Se ci sono esercenti che vogliono contribuire al nostro progetto, possono donare l’invenduto per distribuirlo.
Quali sono i dati di questo 2022?
Stiamo lavorando molto sulla raccolta dei dati e ormai abbiamo anche informazioni molto dettagliate sulla tipologia di cibo recuperato perché vogliamo sviluppare una ricerca su questi dati e capire qual è l’impatto del nostro progetto sia a livello ambientale che socio-economico. Il totale varia dai 600 kili ai 1100 al giorno. L’estate abbiamo numeri più alti perché frutta e verdura deperiscono più in fretta, fino a un picco di 1300 kili in un giorno. Riusciamo a distribuire praticamente tutto. Ci sono anche delle associazioni che vengono a recuperare da noi, ad esempio Nonna Roma.
Quanti volontari circolano nell’associazione?
Siamo circa 30 persone che ruotano attorno al progetto. Ogni sabato siamo circa 15-20.
Come si sta evolvendo il progetto?
Negli ultimi tempi abbiamo iniziato ad occuparci anche dei più piccoli, grazie anche alla collaborazione con dell’associazione “L’Armadio senza chiavi”, un bellissimo progetto di raccolta e distribuzione gratuita di vestiti e materiale per l’infanzia. Anche noi allestiamo un banchetto con questi materiali, mettendoli a disposizione di chi ne ha bisogno.