Si chiama “Giochi da non rifiutare” la gara che ha vinto l’hackathon “Women Empowerment”, proponendo una raccolta rifiuti con gare a tema che abbiano come scopo la pulizia delle strade di Roma: chi raccoglierà più punti avrà diritto alla MIC Card, una tessera per l’accesso gratuito a tutti i musei della Capitale.
Organizzato da GenQ (https://genq.odoo.com/) – associazione no profit impegnata nell’affermazione della gender equality e della consapevolezza in merito al tema Diversity and Inclusion (D&I) – in collaborazione con Needs (https://needsassociation.com/), community e incubatore associativo di idee innovative e brand, l’hackaton ha visto la partecipazione di 30 realtà, di cui l’80% costituito da giovani donne, divisi in 6 team e ciascuno guidato da un mentor.
La Commissione di esperti1 appositamente predisposta ha decretato “Giochi da non rifiutare” come progetto vincitore. Il team, costituito dai giovani under 20 Irene Casariu, Alessia Proietti D’Ascaneo, Claudia Gemma, Leonardo Marinangeli, Ludovica Santambrogio, ha avanzato come proposta quella di costruire dei cassonetti interattivi sperimentali che consentano l’organizzazione delle gare a tema.
Gamification al centro della proposta: anche il gioco può avere un impatto sociale positivo
L’idea alla base di “Giochi da non rifiutare” poggia da un lato sull’evidente incuria di zone di Roma come il Parco degli Acquedotti, citato spesso anche dai media come luogo in cui i “cassonetti galleggiano sui rifiuti”, dall’altro lato risiede nell’efficacia comprovata della gamification, ossia dell’utilizzo del gioco in contesti non ludici per raggiungere obiettivi sociali. Dunque, combinando questi due aspetti, anche grazie al supporto della mentor del gruppo vincitore, Sara Matassoni (classe ‘97), il team ha ipotizzato la collocazione di cassonetti interattivi in punti strategici del Parco e l’organizzazione di giornate dedicate alla sfida di raccolta rifiuti.
Come ogni gioco, anche questa gara ha le sue regole: i partecipanti saranno divisi in 10 squadre, composte da un massimo di 7 persone ciascuna; ogni squadra – contraddistinta da un drappo numerato – avrà a disposizione 20 sacchetti e 3 attrezzi per la raccolta rifiuti: il singolo sacchetto dovrà essere completamente pieno prima di venire gettato, proprio nell’ottica di una sostenibilità ambientale.
La proposta ha convinto la giuria a tal punto che è già stata discussa presso il Comune di Roma e ha ottenuto i primi finanziamenti. Ai vincitori, inoltre, sono state riservate 5 borse di studio per l’Aurora Experience, il programma di formazione digitale rivolto a 100 giovani under 23 l’anno e della durata di 6 mesi (https://aurorafellows.com/be-a-fellow).
Durante l’hackathon, oltre ad analizzare i progetti esposti, è stato anche possibile ascoltare diversi interventi di professionisti, che hanno dedicato alcuni momenti alla trattazione di tematiche rilevanti, quali il ruolo dei giovani come promotori di cambiamenti; la scarsa rappresentazione in ambito lavorativo e le basse percentuali di donne in posizioni manageriali, dunque, l’urgenza di creare opportunità concrete; la diversità come acceleratore sociale e aziendale; il ruolo della tecnologia e dell’innovazione digitale a favore di una sostenibilità sistemica.
“La più grande forza dell’evento è stata il concetto di “diversità”: diversità nel background della giuria, diversità nelle esperienze dei partecipanti e diversità dell’ambiente in cui si è svolto – commenta Giulia Sironi, organizzatrice dell’hackathon – Il nostro scopo è infatti quello di fornire opportunità concrete ai ragazzi, soprattutto per confrontarsi con la diversità stessa e quindi imparare ad accoglierla nelle loro vite. ”
1 La Commissione era composta da: Sabrina Alfonsi, Assessore all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti; Francesco Laddaga, Presidente del Municipio Roma VII; Michela Cicculli, Consigliera, affiancata da alcuni colleghi Consiglieri Comunali.