“Qualcosa di ambientalista” che hai fatto o sostenuto finora nella tua attività sociale o politica
In questi dieci anni di attivismo a Milano ho partecipato a un gruppo di lavoro per costruire una proposta di mobilità ciclabile per la mia zona, assieme a realtà come Ciclobby e Legambiente, purtroppo ignorata dall’amministrazione.
Ho contribuito a curare un orto condiviso che aveva lo scopo di migliorare la vivibilità del giardinetto di via Mosso, poi chiuso per i lavori di ristrutturazione del Trotter.
Ho sostenuto, e continuo a farlo, le battaglie per difendere il verde e gli spazi pubblici, contro la speculazione immobiliare, come nel caso del parco La Goccia o dello stadio di San Siro.
“Qualcosa di ambientalista”, quali priorità vorresti nell’amministrazione comunale dei prossimi anni
A Milano il tasso di auto per abitante è più che doppio rispetto ad esempio a Parigi o Amsterdam, perciò è fondamentale cambiare il modo di muoversi in città per la qualità dell’aria, per contrastare il riscaldamento globale, per liberare spazi per le persone. Tramvie veloci, piste ciclabili capillari, zone 30 e trasporto integrato per la città metropolitana sono le possibili soluzioni al problema.
Smettere di consumare suolo e aumetare la quota di verde pubblico pro capite è un’altra necessità impellente:le trasformazioni urbanistiche della città devono essere guidate dall’interesse pubblico.
“Qualcosa di ambientalista” nella tua vita quotidiana privata
Conscio che non sono i piccoli gesti quotidiani che ci salveranno dalla crisi climatica, credo però che questi rivestano un’importanza simbolica da non trascurare.
Non ho mai posseduto un’auto fino all’anno scorso, quando è nato il mio primo figlio.
In città mi muovo esclusivamente in bicicletta o con i mezzi pubblici (sono abbonato ATM da ventun anni), salvo in casi veramente eccezionali per esigenze familiari.
Per entrambi i figli ho utilizzato e uso ancora pannolini lavabili.
Sono membro di un gruppo di acquisto solidale e a casa bevo solo acqua del rubinetto da quindici anni.