In un momento delicato per la gestione rifiuti in Puglia, Legambiente avverte che “ora più che mai è necessario verificare l’attuazione del Piano Regionale, la coerenza delle politiche messe in atto e l’azione della nuova società pubblica che si vuole realizzare”. In una nota l’associazione afferma che “il sistema di raccolta e gestione dei rifiuti oggi esistente in Puglia ha delle importanti carenze sia per l’impiantistica regionale, sia per la gestione stessa del rifiuto differenziato. Questo è stato evidente anche qualche settimana fa, quando all’impianto TMB di Conversano è scattato il blocco al conferimento per tutti i comuni della Provincia di Bari a causa delle eccessive impurità presenti nella raccolta”.
“Da qui ricordiamo, inoltre, la recente sentenza del Tar Lombardia che annulla la norma regolatoria di ARERA sulla definizione degli impianti di gestione dei rifiuti come ‘minimi’, funzionali alla chiusura del ciclo dei rifiuti urbani. Pertanto, per quanto riguarda la Puglia, essendoci una gestione quasi totalmente privatistica, non è possibile ‘imporre’ chi può fare cosa o a quale costo. A tutto questo si è aggiunta la recente notizia della volontà della Regione di far entrare l’Ager in Aseco, al fine di creare una società pubblica per la gestione e trattamento dei rifiuti pugliesi”.
“Se da un lato tale operazione può essere d’interesse collettivo e in linea con quanto più volte richiesto da Legambiente Puglia durante la discussione del Piano Regionale dei Rifiuti, ovvero puntare maggiormente sull’impiantistica pubblica per una maggiore garanzia di gestione e trattamento, dall’altro si certifica di fatto il fallimento dell’attuale gestione . – dichiara il presidente di Legambiente Puglia, Ruggero Ronzulli – Di certo oggi la colpa non può essere data ai privati, che hanno in sostanza retto l’intero sistema dei rifiuti, ma a chi per anni ha dato vita a questo cattivo regime di gestione. Da qui è fondamentale che il pubblico offra più garanzie di gestione, così da certificare attraverso anche enti esterni ciò che realmente viene trattato e prodotto”.
“Legambiente Puglia accoglie con favore la presa di coscienza il fatto che ci si sia accorti finalmente che qualcosa non va. Oggi bisogna essere coerenti e conseguenziali, perché da oltre un anno e mezzo dall’entrata in vigore del nuovo Piano Regionale dei Rifiuti non si nota ancora nessun cantiere per i tanti e nuovi impianti che erano, e sono, previsti per l’attuazione della reale economia circolare in regione. Anzi, come da notizie recenti, invece di avviare impianti di riciclo si assiste all’autorizzazione di nuovi inceneritori nella zona industriale di Bari, in netto contrasto con il Piano Regionale dei Rifiuti che punta alla riduzione e dismissione di questi impianti”.
“Legambiente Puglia ribadisce, inoltre, che ci sarà la necessità di ulteriori impianti dell’economia circolare. In particolare per la FORSU la necessità di impianti di digestione anaerobica con la produzione di biogas e biometano. Pertanto la nuova impiantistica deve anche prevedere gli obiettivi con la massima attuazione della raccolta differenziata. Qui è necessario un intervento deciso nei confronti dei grandi centri come Bari, Foggia, Taranto e Brindisi, ancora lontane dalle percentuali previste dalla legge e che rappresentano ben il 20% della produzione dei rifiuti dell’intera regione”.