Dall’inizio dell’attacco militare russo contro l’Ucraina, l’Europa ha definito una serie di sanzioni volte a mettere in difficoltà la Russia dal punto di vista economico. Allo stesso tempo, però, l’Europa continua ad acquistare enormi quantità di gas dalla Russia, contribuendo al finanziamento dello stato russo e, indirettamente, al suo sforzo bellico in Ucraina: circa il 35% dei ricavi del budget statale russo nel 2021 sono stati generati dal settore petrolifero e del gas. Un paradosso che mette in evidenza la dipendenza dal gas russo di cui oggi l’Europa non può fare a meno: la Russia fornisce il 40% del gas consumato nel vecchio continente (dato 2021 [1]). Per quanto riguarda l’Italia, nel 2020 ha importato dalla Russia il 43,3% del gas naturale utilizzato. Il secondo fornitore era l’Algeria (22,8%) e il terzo la Norvegia (11,1%)[2].
A fare il punto è Selectra, azienda che studia e confronta le offerte di luce, gas e internet in Italia e in Europa, che – in questa delicata situazione – lancia la proposta “Indossa un maglione per l’Ucraina”. Un’iniziativa che punta a sottolineare come gli sforzi di ogni consumatore potrebbero fare la differenza: se ogni europeo indossasse un maglione per l’Ucraina (e per il pianeta) e riducesse la temperatura all’interno degli edifici di 3°C, l’Europa sarebbe in grado di fermare le importazioni di gas naturale russo?
In Italia in media la temperatura interna viene mantenuta tra i 21 e i 22,5° durante i mesi più freddi: si potrebbe quindi scendere tra i 18 e i 19,5°, temperatura comunque confortevole che richiederebbe semplicemente l’utilizzo di un maglione in più o una maglia pesante.
Secondo le stime di Selectra, se in tutte le abitazioni riscaldate a gas in Europa, si riducesse la temperatura di 3°C, potremmo fare a meno dell’11,6% delle importazioni di gas russo. Il consumo di gas naturale da parte delle famiglie nell’UE (28 paesi) è infatti di 121,6 miliardi smc [3] e in particolare il 75% di questo viene utilizzato per riscaldare le abitazioni[4]: l’abbassamento assicurerebbe un risparmio energetico pari al 21%[5].
Guardando invece al settore terziario, il consumo di gas nell’UE per negozi ed uffici è di 51 miliardi smc [6]: ipotizzando anche in questo caso che il 75% del gas consumato venga utilizzato per il riscaldamento, con l’abbassamento di 3°C della temperatura, si otterrebbe un risparmio di almeno il 21% di energia e si potrebbe fare a meno di un ulteriore 4,9% delle importazioni dalla Russia.
Di fatto, spiega Selectra, abbassando le temperature del termostato di 3°C in tutta Europa, sia nel settore residenziale che in quello terziario, si rinuncerebbe ad almeno il 16,5% delle importazioni russe di gas naturale.
Si tratta, tra l’altro, di una stima al ribasso che non tiene conto dei consumi indiretti del gas per la produzione dell’energia elettrica, utilizzata nelle abitazioni con riscaldamento elettrico.
Oltre a diminuire la dipendenza dalle importazioni del gas, questo sforzo collettivo avrebbe un evidente beneficio ecologico e contribuirebbe all’accelerazione della transizione energetica, portando a ridurre le emissioni di CO2 di 61,9 milioni di tonnellate all’anno.
“La riduzione dei consumi energetici può contribuire in modo significativo ad allentare la dipendenza dell’Europa dal gas russo, insieme ad altre soluzioni, come – a breve termine – l’aumento delle importazioni da altri paesi tra cui Stati Uniti, Algeria o Qatar e – nel medio e lungo periodo – lo sviluppo delle energie rinnovabili e delle tecnologie di efficienza energetica”, spiega Antoine Arel, co-fondatore di Selectra. “Abbassare la temperatura di 3°C comporterebbe senza dubbio un piccolo disagio per tutta la popolazione europea e richiederebbe un coordinamento difficile da realizzare su scala continentale. Ma in fondo, il messaggio è semplice e chiaro: ciascuno può fare la propria parte, iniziando con l’indossare un maglione in più”.