Il rapporto del gruppo di esperti – conosciuto come la Piattaforma sulla finanza sostenibile – sfata tre idee sbagliate che la Commissione-UE ha usato per giustificare l’inclusione del gas fossile e dell’energia nucleare: che i criteri siano rigorosi, che siano basati sulla scienza, e che il gas e l’energia nucleare aiuterebbero la transizione verde.
La piattaforma ha trovato che i criteri proposti dalla Commissione europea non sono né rigorosi né basati sulla scienza. I criteri non soddisfano un requisito fondamentale della tassonomia: prove, non promesse. La Commissione UE ha proposto che le centrali nucleari ottengano un’etichetta verde se possono utilizzare strutture operative per lo stoccaggio finale dei loro rifiuti altamente radioattivi entro il 2050. Eppure nessun Paese è riuscito a costruire tali strutture finora, nonostante sette decenni di sfruttamento dell’energia nucleare. La Commissione ha anche proposto che le nuove centrali a gas fossile siano considerate verdi già dal 2023 se promettono di passare a gas rinnovabili entro il 2035. Il WWF applaude la Piattaforma per aver rifiutato di avallare questo greenwashing.
La piattaforma ha anche rilevato che i nuovi investimenti nel gas fossile ostacolerebbero una transizione che soddisfa gli obiettivi climatici dell’UE per il 2030 e l’Accordo di Parigi, mentre le nuove centrali nucleari arriverebbero troppo tardi per contribuire realmente agli obiettivi climatici dell’UE per il 2030 e il 2050.
Secondo il WWF, sono stati fatti tentativi per soffocare un approccio davvero scientifico, ma oggi la Piattaforma ha dato a tale approccio un megafono: il gas fossile genera enormi emissioni, e il nucleare crea scorie altamente radioattive che non sappiamo ancora come gestire. Il rapporto della Piattaforma è un altro segnale che né il gas fossile né il nucleare devono entrare nella tassonomia verde della UE. La Commissione deve ascoltare la scienza e abbandonare la sua proposta di rendere verdi gas e nucleare.
Un’enorme coalizione di investitori del valore di 50 mila miliardi di euro ha già chiesto alle istituzioni dell’UE di escludere il gas dalla tassonomia UE e i cittadini stanno chiedendo attivamente una tassonomia non inquinata, ma seria, affidabile e trasparente dal 2020.