Il gruppo Transport & Environment,e altre organizzazioni come il WWF, hanno duramente criticato la recente richiesta della Commissione Europea di riesaminare gli investimenti della transizione ecologica nonostante gli importanti tavoli decisionali che si sono tenuti nel 2021. A destare sconcerto è la proposta di ridiscutere il ruolo che potrebbero avere le centrali a gas e l’energia nucleare per il raggiungimento degli obiettivi del Green Deal (da conseguire entro il 2030). Proprio secondo la Commissione, gas e nucleare dovrebbero rientrare nella tassonomia europea relativa agli investimenti verdi.
Come dichiarato dal direttore delle comunicazioni di T&E Paul Bell: “Questa legge va contro gli obiettivi fissati nel Green Deal dell’UE. Con trilioni di euro autorizzati a finanziare gas e bioenergia, possiamo dire addio all’agenda della finanza verde dell’UE e al futuro sostenibile dell’Unione. Il Parlamento e il Consiglio devono agire ora per fermare tutto questo”.
Il tema fu oggetto di duri scontri già ad inizio 2021, poiché fu proprio la Commissione Europea a proporre l’inclusione del gas fossile nella lista delle risorse sostenibili su cui investire. Data la diatriba che ne seguì, venne deciso di confrontarsi nuovamente sul tema verso la fine dell’anno, come, di fatto, avvenuto.
Nel corso dei mesi, venne anche istituita dalla Commissione un gruppo tecnico di esperti per comprendere il reale impatto circa il consumo dei gas fossili negli anni a venire. È, quindi, emerso che un nuovo impianto a gas può essere considerato sostenibile qualora venga promesso che la media annuale di emissioni gassose non superi i 550 chilogrammi di CO2 e per KW per ben 20 anni. Di fatto, quali garanzie verranno date dai privati circa il reale consumo di gas? Le conseguenze possono essere disastrose. Come dichiarato da Paul Bell: “Il gas è un combustibile fossile. Il Parlamento e il Consiglio devono fare tutto ciò che è in loro potere per lasciare i combustibili fossili nel sottosuolo”.
La decisione finale non è ancora stata presa. I Member States Expert Group on Sustainable Finance delegati dalla Commissione Europea hanno tempo fino al 12 gennaio per fornire i loro contributi in forma finale. Dopodiché, sarà proprio la Commissione a stabilire se adottare formalmente un atto legislativo in cui includere anche il consumo di gas fossili come investimento green per la transizione ecologica.
Il Parlamento Europeo e il Consiglio (che hanno delegato alla Commissione il potere di adottare questo atto) avranno quattro mesi per esaminare il documento e, qualora lo ritengano necessario, per opporvisi. Inoltre, è prevista una proroga di ulteriori due mesi qualora venga ritenuta necessaria per una più attenta riesamina. Infine, il Consiglio, una volta tratte le proprie conclusioni, avrà il diritto di opporsi alla proposta della Commissione Europea qualora almeno 20 Stati membri siano contrari. Mentre per il Parlamento vale il principio di maggioranza, ossia, come minimo 353 deputati devono essere contrari in plenaria.
Se invece Parlamento e Consiglio ritenessero corretto l’atto proposto, esso entrerà in vigore e verrà, di conseguenza, applicato in tutta l’Unione Europea.