Il WWF accoglie con favore l’impegno dei Ministri del G7 per l’abbandono definitivo del carbone entro i primi anni del 2030. Questo dimostra l’impegno dei Paesi con maggiori emissioni nell’attuazione della transizione verso fonti energetiche non fossili, come stabilito durante la COP 28 a Dubai. Tuttavia, rimangono evidenti lacune per quanto riguarda l’abbandono completo di tutti i combustibili fossili, inclusi il gas naturale. Per quanto riguarda la biodiversità e la protezione della natura, si apprezza l’impegno per un’implementazione tempestiva ed efficace del Quadro Globale per la Biodiversità (GBF) prima della COP 16, così come il richiamo agli obiettivi finanziari del GBF. Tuttavia, manca ancora un impegno chiaro e quantificato da parte dei Paesi del G7 per raggiungere tali obiettivi.
Mariagrazia Midulla, Responsabile Clima ed Energia del WWF Italia dichiara: “Le conclusioni del G7 Clima, Energia e Ambiente possono aiutare il processo multilaterale sul clima a imboccare con decisione la strada del phase-out dei combustibili fossili. È importante che si sia dedicata attenzione all’attuazione delle decisioni della COP28 di Dubai, in particolare triplicare le fonti rinnovabili e raddoppiare l’efficienza energetica entro il 2030. I molti e giusti richiami a contenere il riscaldamento globale entro 1,5°C vanno resi impegni concreti e fattivi, soprattutto servono tappe e scadenze precise. Qualche segnale rilevante, per esempio sull’uscita dal carbone intorno al 2035. Però, c’è ancora troppo gas nel G7, occorre lavorare per uscire davvero e al più presto da una dipendenza intollerabile, che contribuisce pesantemente alla crisi climatica”.
Ancora poco ambizioso l’impegno del G7, ed in particolare della Presidenza italiana, sui target finanziari per il clima e del Quadro Globale per la Biodiversità. Se si vuole costruire effettivamente una partnership paritaria con il Continente Africano e il Sud Globale servono maggiori finanziamenti da indirizzare a queste macro-regioni economiche e avere come orizzonte, non troppo lontano, l’abbandono dei combustibili fossili, azioni incisive per l’adattamento e sostegno finanziario per l’attuazione degli impegni globali in materia di biodiversità.
“Per farlo c’è bisogno di leadership”, continua Midulla. “Ci auguriamo che a giugno i leader sappiano fare ulteriori e sostanziosi passi in avanti, mentre la crisi climatica e di perdita di biodiversità galoppa, a partire dagli impegni finanziari in scadenza nel 2025 e post 2025. Per quel che riguarda il dibattito pubblico italiano, ci auguriamo si cessi di dar retta a chi invoca tecnologie di là da venire o inattuabili e costose: le fonti rinnovabili, con i sistemi di accumulo e di gestione della domanda, sono la risposta meno impattante per il clima e la biodiversità, e anche economicamente più conveniente”. E sempre in tema di tutela della biodiversità, ci si aspetta che l’impegno a dare attuazione al Quadro Globale per la Biodiversità sia reso concreto con un Piano di Azione e adeguate risorse ad oggi insufficienti.