Buoni segnali su ambiente e biodiversità, qualche passo in avanti sul clima che può aprire la strada a possibili progressi nel Summit dei Leader di ottobre e, soprattutto, nella COP 26 di Glasgow: questo il giudizio del WWF Italia sulla Ministeriale Ambiente, Clima e Transizione Energetica del G20, conclusosi ieri a Napoli.
Il WWF Italia denuncia tuttavia che il fatto che milioni di persone stiano già soffrendo degli effetti distruttivi della crisi climatica in tutte le parti del mondo non pesa abbastanza nel dibattito politico e sulle decisioni economiche, né determina ancora il senso di urgenza necessario per superare gli interessi particolari. Oggi più che mai, davanti a eventi estremi di inaudita violenza e potenza in tutte le parti del globo, oltre che cambiamenti globali meno evidenti ma altrettanto preoccupanti, occorre accelerare la sfida climatica e fare tutto quello che è umanamente possibile per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C secondo le indicazioni della comunità scientifica.
Nel testo del comunicato su clima ed energia, reso noto due giorni dopo la fine dei lavori, preceduto da una conferenza stampa nella quale si sono evidenziati più gli elementi di divisione che quelli di accordo, apprezziamo il richiamo e la volontà di basare l’azione sulle evidenze scientifiche, incluso il rapporto IPCC su 1,5°C, il richiamo alla necessità di attuare pienamente l’Accordo di Parigi. Positivo, anche in vista della COP26 di Glasgow, il richiamo all’impegno dei paesi sviluppati di mobilitare 100 miliardi di dollari annui assunto con l’accordo di Parigi e alla necessità che i Paesi aggiornino e rendano ambiziosi i propri impegni di riduzione delle emissioni (NDC) e le proprie strategie di lungo termine. Ancora strada da fare su altri punti.
Tra gli altri, appare evidente che le politiche energetiche devono ancora davvero incorporare il rischio climatico e che il pericolo di scelte volte a tenere in gioco i combustibili fossili e le emissioni che hanno determinato il riscaldamento globale non è scongiurato. Per esempio, avremmo voluto vedere molto più coraggio sulle scelte verso le tecnologie pulite e rinnovabili e sull’abbandono dei fossili, oltre che più concretezza sull’efficienza energetica.
Il WWF si augura che il Summit dei leader G20 a fine ottobre manifesti una volontà politica più decisa e raggiunga orientamenti che diano impulso alla sede legittima delle decisioni tra tutti i Paesi del Mondo, quella multilaterale della COP26 a Glasgow. Anche sui punti su cui un comunicato della presidenza registra il mancato accordo (fissare una data per eliminare il carbone, interrompere il finanziamento pubblico internazionale della produzione di energia a carbone ed eliminare gradualmente i sussidi inefficienti ai combustibili fossili entro una certa data) il dibattito svolto potrebbe consentire un positivo passo in avanti da parte dei leader.
La ministeriale G20 di Napoli si era aperta con qualche segnale positivo nel comunicato ambiente, anche se non caratterizzato da una netta visione comune e da impegni “ambiziosi”. Il WWF aveva apprezzato il riferimento, almeno di alcuni Paesi che però incoraggiano gli altri a fare altrettanto, al “Leaders’ Pledge For Nature”, l’appello per la Natura sottoscritto da 88 Paesi, e all’obiettivo di tutelare il 30% di aree marine e terrestri; buono anche il riferimento alla necessità di attuare le cosiddette “Nature Based Solutions”, cioè il ripristino e il restauro degli ambienti naturali per far fronte ai problemi climatici e non solo. Buono anche il richiamo alla tutela degli ecosistemi e alla necessità di sforzi multilaterali per la loro protezione e per la gestione sostenibile e il recupero degli ecosistemi degradati. Importante il varo di un ambito di dialogo permanente del G20 sull’Acqua, per la gestione sostenibile delle risorse idriche anche tra paesi confinanti: da anni l’acqua è materia di conflitto, anche armato, tra gli Stati.
Positivo anche il riconoscimento che i sussidi al settore della pesca costituiscono una delle minacce alla salute degli oceani e alla necessità di una negoziazione sul tema in ambito WTO, nonché l’apertura su un possibile nuovo trattato internazionale sull’inquinamento marino da plastica. Ultimo, non certo per rilevanza in vista dei prossimi appuntamenti del track Finanza sempre del G20, il riconoscimento dell’importanza del lavoro sulla divulgazione finanziaria legata alla natura e l’interesse all’istituzione della Taskforce sulla divulgazione finanziaria legata alla natura.
Il percorso sul clima e per decisioni ambiziose alla COP26 di Glasgow si è solo aperto e deve vedere un impegno maggiore da parte di tutti i Governi. Anche la strada per decisioni davvero in grado di fermare la catastrofica perdita di biodiversità è ancora lunga e ci auguriamo un serio impegno in vista della COP15 della Convezione sulla Diversità Biologica che verrà ospitata a Kunming, in Cina.