Via libera alla deliberazione della Giunta regionale dedicata all’aggiornamento per l’anno 2022 del Piano di gestione dei rifiuti urbani, ma la principale diatriba in corso riguarda la possibile realizzazione di un nuovo inceneritore. È previsto o non è previsto? Stando al Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani sembrerebbe di sì. Infatti, come si può leggere al punto 10, Sviluppo di una rete integrata di impianti per il recupero energetico dei sovvalli e del CSS:
“L’obiettivo, che si ispira all’articolo 28, comma 3, lettera g) della direttiva 2008/98/CE laddove si stabilisce che i piani di gestione dei rifiuti definiscano idonei indicatori e obiettivi qualitativi o quantitativi per quanto riguarda i rifiuti sottoposti a recupero di energia, prevede la produzione del CSS negli impianti di trattamento meccanico regionali, opportunamente ammodernati, e il recupero energetico del CSS prodotto presso un nuovo impianto di combustione, al fine di garantire l’autosufficienza della regione nella gestione dei rifiuti urbani indifferenziati e degli scarti derivanti dal loro trattamento”.
Stando però a quanto riferito dall’assessore regionale a Difesa dell’ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile, Fabio Scoccimarro, no. Più nel dettaglio, l’assessore ha ribadito come non esistano “alcun progetto per realizzare un termovalorizzatore. Qualora in futuro dovesse emergere una chiara esigenza, solo allora l’ipotesi verrebbe analizzata. Al momento, lo ripeto tre volte, non è previsto e tantomeno nessuno ha inoltrato una richiesta, pur non costituendo un tabù ideologico”.
Questa affermazione è stata giudicata dall’opposizione come “contraddittoria nell’ambito di un piano poco ambizioso”, infatti, seppur non sussista concretamente un piano per la realizzazione di un nuovo impianto per la termovalorizzazione dei rifiuti, questa opzione è comunque presente e, se qualcuno dovesse inoltrare domanda di impianto aggiuntivo, la strada diverrebbe quindi percorribile.
Ora il provvedimento tornerà con i suoi 14 obiettivi all’attenzione definitiva dell’Esecutivo dopo l’accoglimento di alcune osservazioni piuttosto tecniche avanzate dall’Autorità unica Servizi idrici e Rifiuti (Ausir) in merito alla facoltà da parte dei Comuni di decidere le modalità di svolgimento dei servizi disponibili sui rispettivi territori, ma anche in tema di tariffa puntuale.