Francia: presentata proposta di legge per una moratoria sui nuovi inceneritori

In Francia, una proposta di legge mira a istituire una moratoria decennale sulla costruzione di nuovi impianti di incenerimento. Il provvedimento si basa su preoccupazioni ambientali e sanitarie, oltre che sulla necessità di incentivare il riciclo e la riduzione dei rifiuti. Gli inceneritori, pur essendo una soluzione alternativa alla discarica, producono emissioni nocive e ostacolano la transizione verso un’economia circolare. Il testo propone il blocco immediato dei progetti già autorizzati ma non avviati e l’adozione di nuove norme per migliorare gli impianti esistenti

Francia, proposta di legge su moratoria incenerimento rifiuti
Credit foto: Canva

Lo scorso 11 marzo, in Francia è stata presentata una nuova proposta di legge che mira a imporre una moratoria sulla costruzione di nuovi impianti di incenerimento dei rifiuti. La proposta porta la firma del deputato del Nouveau Front Populaire M. René Pilato ed è stata sottoscritta da altri settanta deputati. Attualmente il testo è stato rinviato alla Commissione per lo sviluppo sostenibile e l’assetto del territorio. Il provvedimento, che nasce da un dibattito sulla gestione dei rifiuti e il loro impatto ambientale, prevede il blocco per dieci anni di ogni nuovo progetto di inceneritore con una temperatura di combustione inferiore ai 1.400°C.

Un parco di inceneritori già sovradimensionato

Come spiega il testo della proposta, attualmente la Francia conta 126 inceneritori operativi, ai quali si aggiungono otto nuovi impianti in fase di progettazione. Con una capacità complessiva di trattamento di 14,5 milioni di tonnellate di rifiuti all’anno, il paese possiede il più grande parco di inceneritori in Europa, dove sono presenti oltre 400 impianti.

Secondo i promotori della proposta, l’espansione di questa infrastruttura contrasta con le strategie europee di gestione sostenibile dei rifiuti e con gli obiettivi di economia circolare. Già nel 2017, il Comitato Economico e Sociale Europeo aveva raccomandato agli Stati membri di introdurre tasse e limitazioni per scoraggiare la costruzione di nuovi inceneritori, considerati un ostacolo all’incremento del riciclaggio e alla riduzione dei rifiuti.

Rischi per la salute e per l’ambiente

Tra i motivi alla base della proposta di legge, vi sono le crescenti preoccupazioni sanitarie ed ecologiche. L’incenerimento dei rifiuti emette una serie di inquinanti tossici, tra cui diossine, furani, metalli pesanti e ossidi di azoto. Sebbene le normative abbiano imposto limiti severi alle emissioni, recenti studi hanno segnalato contaminazioni da diossine nelle aree circostanti alcuni inceneritori dell’Île-de-France.

Inoltre, l’incenerimento genera scorie e residui di trattamento dei fumi che necessitano di discariche specializzate. La presenza di sostanze pericolose come i PFAS, i cosiddetti “inquinanti eterni”, è un ulteriore motivo di allarme. Queste sostanze possono essere distrutte solo a temperature superiori ai 1.300-1.400°C, un livello che molti inceneritori attuali non sono in grado di raggiungere.

Un ostacolo alla transizione ecologica

Un altro aspetto critico evidenziato dai promotori della legge è l’incompatibilità tra l’aumento della capacità di incenerimento e gli obiettivi di riduzione dei rifiuti. L’esperienza di alcuni paesi del Nord Europa, come Svezia e Danimarca, dimostra che un eccessivo affidamento sull’incenerimento porta alla necessità di importare rifiuti per mantenere gli impianti in funzione, anziché incentivare il riciclo e la riduzione della produzione di rifiuti.

In Francia, alcune regioni hanno già adottato strategie virtuose. La Nuova Aquitania, ad esempio, ha stabilito che la capacità attuale di incenerimento è sufficiente e ha escluso la costruzione di nuovi impianti. Allo stesso modo, l’agglomerato del Grande Besançon ha ridotto significativamente la produzione di rifiuti domestici residui grazie a politiche di compostaggio e incentivazione della raccolta differenziata.

Le misure della proposta di legge

La proposta di legge prevede:

  • Articolo 1: una moratoria di 10 anni sulle autorizzazioni per nuovi impianti di incenerimento che operano sotto i 1.400°C;
  • Articolo 2: la sospensione, per la stessa durata, delle autorizzazioni già concesse per impianti i cui lavori non siano ancora iniziati;
  • Articolo 3: la revisione della capacità di trattamento degli inceneritori esistenti solo se compatibile con le priorità della normativa europea sui rifiuti;
  • Articolo 4: l’obbligo per il Governo di presentare un rapporto sugli inquinanti emessi dagli inceneritori attualmente in funzione;
  • Articolo 5: uno studio di fattibilità sulle possibilità di miglioramento tecnologico degli impianti esistenti per ridurne l’impatto ambientale.

Un passo verso il “rifiuti zero”

Secondo i promotori, questa moratoria non rappresenta una semplice misura di blocco, ma un’opportunità per ripensare la gestione dei rifiuti in un’ottica di prevenzione, riuso e riciclo. Il vero obiettivo è la transizione verso una gestione sostenibile dei rifiuti, in linea con il principio di economia circolare.

Articolo precedenteEnergia termica, il Mase avvia una consultazione pubblica
Articolo successivoPiemonte, il Consiglio regionale frena sull’inceneritore di Torino