Sono importanti le proposte della Commissione Europea per attuare la decisione presa congiuntamente da Consiglio e Parlamento europei, come quella d’innalzare l’asticella della decarbonizzazione al 55% delle emissioni rispetto al 1990. – commenta il Presidente del Coordinamento FREE (Coordinamento Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica), Livio de Santoli, sul Fit for 55 – Si tratta di una scelta che comporta un cambiamento radicale per incrementare in modo significativo i risultati medi UE al 2020 (le rinnovabili avevano coperto circa il 40% dei consumi elettrici, il 20% di quelli termici, il 10% di quelli nei trasporti, assolutamente insufficienti per uscire dall’energia fossile nei tempi prospettati), con uno sforzo maggiore su mobilità attraverso una riconversione produttiva dell’automotive e del downstream petrolifero e sulla tassazione delle fossili».
La strada sarà ancora lunga in termini di negoziati con gli Stati Membri, prosegue il Coordinamento FREE, che non sono tutti allineati sulle proposte avanzate, cosa che è indice della necessità di approfondimenti negoziali. Anche se sulla quota di rinnovabili, aumento al 40%, ed efficienza energetica, aumento al 36% in termini di consumi finali, si poteva osare di più, il Coordinamento FREE esprime soddisfazione per una presa di posizione chiara che fotografa una situazione ambientale non più accettabile. Sulla tassazione delle fossili, l’allargamento ai settori del trasporto su strada e del riscaldamento residenziale del meccanismo ETS e l’introduzione di una border tax sulla CO2, il Carbon Border Adjestment Mechanism (CBAM), le scelte sono l’inevitabile conseguenza di voler completare il processo di decarbonizzazione entro il 2050. Proteggere il proprio mercato e non vanificare la lotta al cambiamento climatico attraverso il CBAM risulta decisivo, anche se occorrerà valutare con attenzione le emissioni di CO2 dei beni importati, soprattutto per i prodotti molto energivori, per evitare sanzioni da parte della WTO, ed evitare uno scontro commerciale con i Paesi che ne sarebbero maggiormente penalizzati (Cina, USA, ma anche paesi produttori di idrocarburi).
Se non passa il CBAM, conclude il Coordinamento FREE, l’inevitabile carbon leakage travolgerà tutto. Va migliorato, perché diventi più praticabile, ma l’UE deve avviare subito una trattativa seria mostrando su questo tema fermezza e concretezza. Mentre l’Europa indica la strada da percorrere, stupiscono i primi commenti critici avanzati dal nostro Paese sulla risposta europea ai cambiamenti climatici, in linea con le decisioni del Governo sulle semplificazioni, che pure dice cose importanti, come dimostrano i pareri contrari che in queste ore hanno bocciato i tentativi di parlamentari, di diversi gruppi, di rendere efficace il relativo decreto.