Che ruolo ricoprono i sindaci nel nostro Paese soprattutto in questa delicata fase di ripartenza pur nelle molte incognite legate all’evoluzione pandemica? E che spunti possono arrivare dal recente passato e dalle esperienze di chi ha amministrato città metropolitane in altre fasi storiche della vita nazionale? A tale quesito hanno cercato di dare risposta gli attuali primi cittadini di Milano (Giuseppe Sala) e di Roma (Roberto Gualtieri) e i loro predecessori Gabriele Albertini (Milano) e Walter Veltroni (Roma), pungolati dalle domande del direttore del Tg La 7 Enrico Mentana nell’ambito dell’Assemblea Anci in corso a Parma.
“Quella del sindaco di una grande città è una responsabilità triplice, con un ruolo istituzionale a livello di un ministro della serie A e la responsabilità gestionale del presidente di una holding”, ha sottolineato Gabriele Albertini. Che si è soffermato sulla specificità di un momento che ha paragonato a quello di una Terza Guerra Mondiale. “In questo scenario, la cosa che mi sento di consigliare è essere sé stessi, fare le proposte e agire con una propria coscienza, non tanto seguendo da dove si viene, quale partito ti ha eletto, ma la città che ti aspetta”, ha aggiunto l’ex sindaco.
“Stabilità politica, clima di dialogo e semplificazione delle procedure amministrative per snellire tutti gli interventi che permettono di migliorare la qualità della vita”; questa invece la ricetta indicata da Walter Veltroni nella sua veste di ex sindaco di Roma Capitale. “La condizione istituzionale che vive il primo cittadino eletto dalla sua comunità è la migliore possibile, in questi anni ha permesso stabilità e chiarezza dei ruoli anche per l’opposizione che va comunque coinvolta in questa fase straordinaria”, ha aggiunto Veltroni collegato in streaming.
“Se noi continuiamo ad ammantare il nostro lavoro di quell’alone da missionari, facciamo un grande errore: fare il sindaco non è una missione, è un lavoro da professionista e va fatto con passione”, ha chiarito da parte sua il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. “Come tutti i lavori va tutelato – ha aggiunto -. Da qua, quello che si può fare rispetto ad alcune tematiche come l’abuso d’ufficio, va remunerato. Non sto chiedendo niente per me. Oggi c’è troppa differenza con i guadagni, per esempio, di chi lavora in Regione. Anche se mi pare che ci sia un percorso per migliorare queste cose”.
La sfida del PNRR
Quanto poi alla questione chiave del Pnrr il primo cittadino milanese ha auspicato chiarezza da parte del governo. “Da qui a Natale deve dire ai Comuni come si faranno le cose e con quali tempi. Sono sicuro che alla fine il governo dovrà passare per forza dai Comuni, è un fatto di pragmatismo. Ma è fondamentale che si faccia chiarezza e poi noi sindaci le cose le faremo”; ha concluso ricordando l’appello lanciato ieri dal presidente dell’Anci, Antonio Decaro, nella sua relazione introduttiva.
Per il presidente, primo cittadino di Bari, il Pnrr è “il piano di investimenti più importante della storia repubblicana” e invita i sindaci al massimo sforzo per contribuire alla sua riuscita: “Perché io non voglio tornare all’Italia del 2019. Io voglio pensare, oggi, all’Italia del 2030. Una Italia più forte, più giusta, più verde, più sostenibile. Io voglio immaginare insieme a voi una Italia migliore di come l’abbiamo lasciata nel 2019”. Su un totale di 222 miliardi di euro tra fondi europei e fondi nazionali, le risorse per investimenti la cui realizzazione è assegnata a Comuni ammontano a oltre 40 miliardi – ha detto Decaro – È una quota determinante per noi che siamo i principali investitori pubblici del Paese, con una capacità di spesa di gran lunga superiore a qualsiasi altro livello di governo: nel 2019, il 25% di tutte le risorse nazionali per le opere pubbliche l’hanno speso i Comuni. E addirittura nel 2020, quando tutto sembrava fermo per il Covid, i Comuni sono riusciti a incrementare la spesa per opere pubbliche del 20% in più rispetto al 2018. Per spendere velocemente i 40 miliardi, Anci ha proposto finanziamenti diretti e non intermediati, con la riduzione al minimo dei passaggi formali e burocratici per l’individuazione ed erogazione dei fondi. Il rischio sul quale si concentrano le nostre paure è quello delle intermediazioni ministeriali e regionali, che per esperienza moltiplicano i tempi e alzano ostacoli all’attuazione dei programmi”.
Torna sul rapporto con l’esecutivo il sindaco di Roma Roberto Gualtieri che dice: “Sala ha ragione: non abbiamo bisogno di un’ennesima legge, il governo deve dirci quando usciranno i bandi del Pnrr per permetterci una programmazione coerente e tempestiva. Ci sono anche forme diverse: sui piani urbani integrati non ci sono i bandi, ma ci sono delle risorse per le città metropolitane che ci aiutano a saltare un gradino”.
Nel suo intervento Gualtieri ha fatto anche due importanti annunci: “Per favorire l’azione tra i diversi dipartimenti dell’amministrazione capitolina, ho deciso di creare una cabina di regia per affrontare le questioni operative del Pnrr, penso ad un modello flessibile, ad un foro cui inviterò a seconda delle circostanze anche governo e Regioni”, ha ribadito.
Inoltre, sul tema trasporti, Roma e Milano con le rispettive partecipate, Atac e Atm lavoreranno insieme e presenteranno progetti comuni. Lo voglio – ha spiegato il sindaco capitolino – anche perché Atm è una grande azienda che lavora bene e sono cose che vorremmo estendere, a prescindere delle occasioni aperte dal Pnrr come l’acquisto dei bus elettrici”.