L’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna ha approvato il nuovo Piano rifiuti e bonifiche 2022-2027 che prevede raccolta differenziata all’80%, riciclaggio al 66% e stop alla pianificazione di nuove discariche per i rifiuti urbani indifferenziati. Il valore del ciclo dei rifiuti in regione è di 850 milioni di euro (comprendendo tutte le risorse regionali, statali e del Pnrr).
Tra i vari punti del Piano è oresente una specifica strategia sulle plastiche, sulla riduzione dei rifiuti alimentari e sull’incremento della differenziata. Vera sfida la gestione dei rifiuti speciali, dove, la prevenzione della produzione si unirà alla riduzione del 10% delle quantità inviate in discarica e ad interventi per assicurare l’autosufficienza regionale nello smaltimento. Per la prima volta, inoltre, il Piano rifiuti include anche la bonifica delle aree inquinate, per restituirle alle comunità con nuovi usi e contrastare il consumo di suolo. E su questo ci sono a disposizione oltre 32 milioni per i siti orfani e altri 17 milioni per il Sin di Fidenza. L’economia circolare, infine, sarà una leva importante per arrivare alla neutralità carbonica entro il 2050, a questo proposito la Regione può contare su fondi per 43 milioni dedicati alla sua promozione, oltre ad altre risorse destinate dal Pnrr alla gestione del ciclo dei rifiuti e all’impiantistica, ancora da assegnare da parte del Ministero.
Il Piano dei rifiuti 2022-2027 è stato illustrato dai relatori di maggioranza e minoranza, rispettivamente Gianni Bessi (Partito democratico) ed Emiliano Occhi (Lega).
Secondo Gianni Bessi “è stato svolto un grande lavoro su rifiuti urbani, speciali e bonifica dei siti inquinati: una base solida su cui la commissione Ambiente è intervenuta con emendamenti e modifiche. Il Pano è coerente con l’obiettivo di fornire uno strumento che permette di puntare a sviluppo sostenibile, economia circolare e transizione ecologica. La qualità principale è che il Piano sostiene l’economia e i rifiuti non sono più considerati uno scarto, ma una risorsa”. Nel dettaglio, ha continuato il relatore dem, si va dall’azzeramento della percentuale di smaltimento nelle discariche entro il 2027, all’autosufficienza regionale nello smaltimento, che è una priorità, alla limitazione della produzione di rifiuti, all’aumento della raccolta differenziata all’80% (oggi in regione siamo al 72%) entro il 2025 come prevede il Patto per il lavoro e il clima. Ci sono, poi, altri obiettivi: limitare la produzione a 120 kg per abitante; ridurre del 5% i rifiuti speciali non pericolosi e del 10% quelli pericolosi; far calare del 10% i conferimenti in discarica che sanno 640mila tonnellate nel 2027; tariffa puntuale dal 2023 per i comuni che l’hanno avviata, dal 2024 per gli altri. “Il Piano delle bonifiche -ha continuato Bessi- impone la qualità degli interventi sui rifiuti prodotti, la gestione dell’inquinamento e la rigenerazione brownfield (siti inquinati compresi in ambito urbano o di immediata periferia, che hanno opere di urbanizzazione)”. Per il relatore di maggioranza il minimo comune denominatore è la considerazione del rifiuto come una risorsa, per “puntare all’autosufficienza regionale, a cui si collega l’economia circolare, che avrà un peso decisivo. Infine, il Patto per lavoro e clima, del 2020, prevede che la transizione ecologica dovrà essere trasversale alla politiche settoriali della Regione (energia, aria, trasporti, etc.) e che va accompagnata per avere consumi sostenibili e filiere green. A disposizione ci sono 43,5 milioni, a cui se ne aggiungono altri 32 per le bonifiche, ancora da assegnare”.
Il Piano, ha concluso Gianni Bessi, “si concretizza se tutti accettiamo di gestire bene i rifiuti. L’Emilia-Romagna non parte da zero, c’è una lunga esperienza di buone prassi. Oggi occorre un sano pragmatismo per gestire le azioni del Piano, che devono essere comprese e condivise, e cittadini e imprese devono diventare protagonisti della transizione ecologica”.
L’assessora all’Ambiente, Irene Priolo, ha dichiarato che: “si chiedeva di non ampliare le discariche di Castelmaggiore, Tremonti, Finale e di chiudere il termovalorizzatore di Forlì. Oggi non sono previsti flussi di rifiuti per Imola né per Finale. A chiusura del Piano, l’impianto di Imola non sarà più considerato. Ci sono 43 milioni di euro dalla programmazione per l’economia circolare. E con i finanziamenti c’è l’opportunità di creare nuove filiere, occupazione, lavorazione di altre materie”.