Venerdì 2 febbraio l’Emilia-Romagna ha dato il via libera al Pair 2030, il Piano aria integrato regionale (link in basso, ndr) che ha l’obiettivo di raggiungere, nel più breve tempo possibile, i livelli di qualità dell’aria stabiliti dalle norme europee e nazionali. Una sfida enorme, anche alla luce della situazione attuale che sta vivendo la Regione, alle prese con una nuova emergenza smog, insieme a gran parte della pianura padana, dal Piemonte al Friuli.
Il Pair potrà contare su risorse per 154,6 milioni di euro, di cui 64 milioni saranno utilizzati nel primo triennio. Oltre 60 le “azioni” per cinque ambiti di intervento: città e aree di pianura, trasporti e mobilità, energia e biomasse per il riscaldamento domestico, attività produttive, agricoltura e zootecnia.
“Un Piano pensato e costruito non nell’ottica delle restrizioni ma delle opportunità. E che, per la prima volta, parte con una dotazione di risorse volte al miglioramento della qualità dell’aria, a cui concorreranno anche finanziamenti e misure delle programmazioni e pianificazioni settoriali- ha commentato in Aula la vicepresidente con delega all’Ambiente, Irene Priolo-. Un Piano che è frutto di un percorso durato circa un anno e mezzo, ricco di spunti e approfondimenti con il coinvolgimento, sin dall’inizio, dei firmatari del Patto per il Lavoro e per il Clima, oltre che della Commissione Territorio, Ambiente e Mobilità e di tutta l’Assemblea legislativa”.
La strategia del Piano
Ridurre le emissioni sia di inquinanti primari sia di precursori degli inquinanti secondari; agire simultaneamente sui principali settori emissivi – combustione di biomasse (PM₁₀), agricoltura (NH₃, ammoniaca), trasporti (NOₓ, ossidi di azoto) -; intervenire sia su scala locale che su scala estesa, dal bacino padano al livello nazionale; ancora, prevenire gli episodi di inquinamento acuto al fine di ridurre i picchi locali.
Questa, in estrema sintesi, la strategia del Pair 2030, per cui sono stati identificati gli ambiti di intervento e le misure collegate. Il Piano “poggia” su 8 pilastri tematici di cui 3 trasversali, che rappresentano gli ambiti di intervento prioritari per il raggiungimento degli obiettivi di qualità dell’aria a partire da quello urbano, della mobilità, dell’energia e delle biomasse, delle attività produttive e dell’agricoltura a cui si aggiungono i tre trasversali che riguardano gli strumenti di gestione della qualità dell’aria, gli acquisti verdi nelle PA e le attività di comunicazione, informazione e formazione.
Il percorso del Piano
Dopo l’adozione della proposta di Piano (con delibera n. 527 del 3 aprile dello scorso anno e la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna del 20 aprile 2023), sono seguiti il deposito del testo e la raccolta delle osservazioni (su agricoltura e zootecnica, energia e biomasse, attività produttive, misure in ambito urbano, misure emergenziali, trasporti e mobilità, e così via) per 45 giorni, cioè fino al 5 giugno 2023: 213 le osservazioni pervenute (da parte di 24 proponenti), meno della metà di quelle ricevute con il precedente Piano. Sul totale: 8 quelle accolte, 43 accolte parzialmente, 18 ritenute non pertinenti, 106 respinte, 38 coerenti con il piano. Le osservazioni sono state discusse, come concordato con tutte le forze politiche, in 5 sessioni di lavoro dalla Commissione Territorio, Ambiente e Mobilità. Sui 47 emendamenti presentati dai consiglieri, 6 sono stati ritirati, quindi effettivamente votati 41, approvati 21, respinti 20. Una specifica discussione, inerente agli aspetti più strettamente sanitari, si è tenuta in un apposito incontro della Commissione Politiche per la Salute e Politiche sociali.