Elettricità Futura e ANIE scrivono al Governo contro la moratoria sarda sui nuovi impianti da fonti rinnovabili

Elettricità Futura e Federazione ANIE, rappresentanti della filiera elettrica, chiedono al Governo di dichiarare illegittima la Legge regionale della Sardegna n. 5 del 3 luglio 2024. La normativa introduce un divieto temporaneo alla realizzazione di nuovi impianti da fonti rinnovabili, ma le associazioni denunciano l’illegittimità costituzionale e il contrasto con le norme nazionali ed europee. Secondo le associazioni, la legge ostacola lo sviluppo delle energie rinnovabili e viola principi fondamentali di diritto e libertà economica

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Le due Associazioni aderenti a Confindustria che insieme rappresentano l’intera filiera elettrica Federazione ANIE e Elettricità Futura, hanno inviato una lettera al ministro per gli Affari regionali e Autonomie Roberto Calderoli e al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, sottoponendo alla loro attenzione le disposizioni adottate dalla Regione Sardegna con Legge regionale n. 5 del 3 luglio 2024 recante “Misure urgenti per la salvaguardia del paesaggio e dei beni paesaggistici e ambientali”, che introduce un divieto di realizzare nuovi impianti di produzione e accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili, per un periodo non superiore a diciotto mesi dall’entrata in vigore della stessa legge. 

“Da una disamina effettuata, la normativa regionale presenta forti profili di illegittimità costituzionaleChiediamo al Governo di intervenire affinché sia evidenziato come queste disposizioni normative siano in conflitto con le norme fondamentali ed il quadro legislativo nazionale, oltre che eurounitario, e debbano, quindi, essere dichiarate illegittime“, spiegano le Associazioni.

Secondo Elettricità Futura e Federazione ANIE, la normativa regionale presenta forti profili di illegittimità costituzionale, poiché contrasta con i principi stabiliti dalla Costituzione italiana e dalla giurisprudenza in materia. Inoltre, la legge sarda è ritenuta in conflitto con le norme fondamentali nazionali ed europee, creando un ostacolo alla transizione energetica e allo sviluppo delle fonti rinnovabili. Le giurisprudenza stabilisce che le Regioni non possono creare preclusioni assolute e aprioristiche sull’installazione di impianti da fonti rinnovabili. Le associazioni citano diverse sentenze della Corte Costituzionale che rafforzano questa posizione, sottolineando che la Regione Sardegna ha ecceduto le proprie competenze.

Ma non solo, perché come si legge nella lettera, le associazioni parlano di come la legge regionale sia anche in contrasto con il Decreto Ministeriale sulle “Aree Idonee”, che stabilisce obiettivi chiari per l’installazione di energia rinnovabile. Le disposizioni regionali sono viste come limitative rispetto alle finalità del D.M. e agli obiettivi regionali di potenza installata al 2030. Inoltre, l’applicazione del divieto anche agli impianti già autorizzati o in corso di autorizzazione viola i principi di certezza del diritto e legittimo affidamento, ignorando il contesto normativo vigente al momento dell’avvio delle procedure autorizzative.

Infine – si legge sulla lettera – la moratoria prevista dalla legge costituisce un grave ostacolo all’iniziativa economica nel campo della produzione energetica da fonti rinnovabili, violando l’articolo 41 della Costituzione che tutela la libertà di iniziativa economica.

Alla luce di queste motivazioni, Elettricità Futura e Federazione ANIE hanno chiesto al Governo di intervenire per dichiarare illegittime le disposizioni della legge regionale sarda. Le associazioni sollecitano un’azione che evidenzi il conflitto con le norme fondamentali e il quadro legislativo nazionale ed europeo.