Economia circolare, ASSOAMBIENTE chiede parametri europei di monitoraggio più efficaci

L’Italia si conferma leader europea nell’economia circolare, con tassi di riciclo in continua crescita per rifiuti urbani e speciali e un uso più ampio di materiali riciclati in sostituzione delle materie prime. L’analisi di ASSOAMBIENTE, presentata a Ecomondo, sottolinea come il Paese sia ai vertici per la dematerializzazione economica e per l’indice di circolarità delle risorse, grazie a un’efficienza che supera la media europea. Tuttavia, emergono critiche ai parametri UE ritenuti inadeguati per misurare correttamente la circolarità: un aggiornamento degli standard è considerato fondamentale per evitare possibili infrazioni e promuovere un’efficace transizione ecologica

Economia circolare ASSOAMBIENTE

L’Italia ha confermato la sua leadership europea nel percorso verso un’economia circolare, con un aumento costante nel tasso di riciclo dei rifiuti urbani e speciali e una crescente sostituzione delle materie prime con materiali riciclati, a dirlo è un analisi di ASSOAMBIENTE, “Misurare la circolarità dei Paesi UE”. Tale primato va oltre gli attuali parametri europei, ritenuti da alcuni osservatori inadeguati a valutare in modo completo la circolarità dei Paesi UE.

Il documento è stato presentato durante Ecomondo, la fiera per la transizione ecologica di Rimini. Lo studio documenta il posizionamento italiano nella gestione dei rifiuti e propone suggerimenti per migliorare i criteri di misurazione europei, già in parte superati dal successo italiano.

Primato italiano nel riciclo dei rifiuti urbani e speciali

L’Italia ha raggiunto nel 2021 un tasso di riciclo dei rifiuti urbani pari al 51,9%, superando il target UE del 50% previsto per il 2020 e collocandosi all’ottavo posto in Europa, davanti alla media europea del 48,7%. L’Italia si è inoltre distinta nell’avvio a riciclo del totale dei rifiuti solidi, urbani e speciali, raggiungendo un sorprendente 85% e superando ogni altro Paese europeo, inclusi il Belgio.

Quarto posto per indice di circolarità

L’indice di circolarità, che misura la quantità di materiale riciclato reintrodotto nella produzione industriale, ha visto l’Italia posizionarsi quarta in Europa nel 2022 con il 18,7%, in netto progresso rispetto al 5,8% del 2004. Questo indice riflette il tasso di riciclo, l’uso di combustibili fossili e il materiale immagazzinato in beni durevoli, spiegando così le percentuali relativamente basse.

Secondo posto per produttività nell’uso delle risorse

In termini di dematerializzazione dell’economia, l’Italia si è collocata al secondo posto in Europa per indice di produttività nell’uso delle risorse, con un valore di 4,3 euro per kg di materiale nel 2023, seconda solo ai Paesi Bassi (5,8 euro per kg). Questo parametro misura l’efficienza dell’economia nel creare valore con un minore consumo di risorse.

Criticità e proposte per una misurazione più accurata

Secondo Chicco Testa, Presidente di ASSOAMBIENTE, l’Italia dimostra eccellenza in vari ambiti della circolarità, superando la media europea. Tuttavia, Testa sottolinea che alcuni indicatori UE richiederebbero un aggiornamento poiché, per esempio, l’uso dei combustibili fossili influenza i risultati degli indici, pur non contribuendo direttamente all’effettiva circolarità di un Paese. Una misurazione più accurata della circolarità, secondo Testa, è essenziale per evitare potenziali procedure di infrazione che comporterebbero significativi costi e conseguenze per il Paese.

In conclusione, l’Italia continua a distinguersi a livello europeo per gli sforzi nel riciclo, nella sostituzione delle materie prime e nell’uso efficace delle risorse, confermandosi come un modello avanzato di economia circolare.