Il Ministero dei Trasporti ha emanato una direttiva che punta ridimensionare i provvedimenti delle Città 30. Come promesso da Matteo Salvini dopo le polemiche sull’entrata in vigore del limite dei 30 km orari nelle strade di Bologna, il dicastero si è messo alacremente al lavoro producendo un provvedimento di sei pagine, in cui stabilisce che eventuali deroghe al limite dei 50 all’ora nelle città si possono fare solo in determinati casi.
Questo perché “qualsiasi fissazione generalizzata di limiti di velocità nel contesto urbano risulta di per sé arbitraria. L’imposizione generalizzata di limiti di velocità eccessivamente ridotti – si legge – potrebbe causare intralcio alla circolazione e risultare pregiudizievole sotto il profilo ambientale, nonché dell’ordinata regolazione del traffico, creando ingorghi e code stradali”.
Per andare al di sotto dei 50 all’ora si invitano quindi i comuni a seguire dei “criteri direttivi” che partono dalla “perimetrazione delle strade o tratti di strada interessate da deroghe al limite”, in cui devono esserci “particolari condizioni che giustificano l’imposizione di limiti diversi”.
Si fa riferimento specificamente:
all’assenza di marciapiedi e movimento pedonale intenso;
ad anormali restringimenti delle sezioni stradali;
a pendenze elevate;
ad andamenti planimetrici tortuosi tipici di nuclei storici e vecchi centri abitati;
a frequenza di ingressi e uscite carrabili da fabbriche, stabilimenti, asili, scuole, parchi di gioco e simili;
a pavimentazioni sdrucciolevoli o curve in vario modo pericolose (ad esempio durante la cattiva stagione o in condizioni metereologiche avverse);
Ecco il testo:
Innanzitutto quindi occorre “perimetrare” le strade dove il sindaco decida di cambiare i limiti di velocità. In particolare, le principali condizioni per abbassare il limite di 50 km/h, possono mutuarsi dalla circolare del 14 giugno 1979.
Si fa riferimento in particolare a: “Assenza di marciapiedi e movimento pedonale intenso; anormali restringimenti delle sezioni stradali; a pendenze elevate; ad andamenti planimetrici tortuosi tipici di nuclei storici e vecchi centri abitati; a frequenza di ingressi e uscite carrabili da fabbriche, stabilimenti, asili, scuole, parchi di gioco e simili; pavimentazioni sdrucciolevoli o curve in vario modo pericolose (ad esempio durante la cattiva stagione o in condizioni metereologiche avverse)”.