Un’ampia piattaforma di quasi cinquanta organizzazioni europee – tra queste una decina di italiane – ha sottoscritto un documento comune in cui viene spiegata l’importanza dei sistemi di deposito cauzionale (DRS) nell’ambito del nuovo Regolamento imballaggi e più in generale nell’agenda comunitaria. Il position paper era stato inviato a tutti gli Europarlamentari prima del voto in plenaria del 22 novembre scorso, mentre ora è stato recapitato alle Rappresentanze Permanenti dei vari paesi Ue in vista del Consiglio del 18 dicembre, in cui l’assemblea di Bruxelles definirà la propria posizione con cui andrà al Trilogo finale.
Le organizzazioni definiscono i sistemi di deposito degli strumenti “necessari per garantire una vera circolarità dei contenitori di bevande monouso” e sottolinea che il 22 novembre, a differenza di tanti altri emendamenti approvati, tutti quelli volti a rendere i DRS volontari per gli Stati membri (e non obbligatori) sono stati respinti dagli eurodeputati, “dimostrando una ferma posizione del Parlamento europeo, in linea con la proposta originaria della Commissione, che chiede che i DRS diventino la norma in Europa”. Tuttavia – aggiungono le organizzazioni – “la formulazione dell’articolo 44 sui DRS, a seguito del voto del Parlamento europeo, non ha l’ambizione e la forza della formulazione iniziale della Commissione e potrebbe aprire la porta a scorciatoie e scappatoie critiche che potrebbero ritardare l’attuazione dei sistemi di deposito cauzionale a livello globale”.
Le ong chiedono una versione finale del Regolamento imballaggi che salvaguardi DRS di comprovata efficacia, attraverso:
Un ritorno alla soglia di esenzione dall’adozione dei DRS nazionali ad un tasso di raccolta del 90% anziché dell’85% nel testo proposto dal Parlamento
L’eliminazione graduale di qualsiasi via di fuga verso i paesi contrari all’introduzione di un DRS, come la possibilità di presentare un “piano d’azione” per raggiungere l’obiettivo dell’85%, ignorando lo spirito della legislazione e gli obiettivi già fissati nella direttiva SUP.
La rimozione di qualsiasi riferimento ai DRS “digitali”, che rappresentano un’alternativa proposta – ma non implementata da nessuna parte – dall’industria per evitare la reale implementazione di DRS comprovati.
Il documento spiega inoltre quali sono le principali necessità di adottare un sistema di deposito cauzionale “solido ed efficace”:
È l’unica misura che garantisce tassi di raccolta differenziata dei contenitori di bevande superiori al 90%;
La raccolta di materiali di alta qualità consente sia:
Riciclaggio a ciclo chiuso (da imballaggio a imballaggio) grazie al massimo utilizzo dei materiali;
Compatibilità con gli schemi di riutilizzo (abilitando l’infrastruttura di tali schemi) che supporta il rispetto degli obiettivi di riutilizzo proposti dalla stessa PPWR;
Riduce al minimo i rifiuti dei contenitori delle bevande, contribuendo a ridurre i costi per le autorità locali e a ridurre la perdita di risorse derivanti dalla gestione circolare.
Alcune dichiarazioni dei firmatari del documento
Alexis Eisenberg, Direttore Piattaforma Reloop (Francia):
“La Commissione Europea e il Parlamento hanno approvano DRS obbligatori nel Regolamento imballaggi, un testo fondamentale che plasmerà il prossimo decennio del settore europeo degli imballaggi. Un sistema di deposito cauzionale è un potente strumento EPR, raggiunge tassi di raccolta elevati, riciclaggio a circuito chiuso e riutilizzo. Il Consiglio deve ora rafforzare questo sostegno, con un appello cruciale da parte della Francia ad unirsi alla causa. Nonostante le disposizioni DRS nella sua legge anti-spreco (AGEC, 2020), la Francia ha faticato a rompere lo status quo, portando allo spreco di 8 miliardi di bottiglie e lattine di plastica all’anno. È tempo di promuovere il DRS obbligatorio per un’Europa più circolare”.
Chloé Schwizgebel, coordinatrice del progetto presso Recycling Netwerk Benelux (Belgio):
“Una forte legislazione DRS nella PPWR è pienamente in linea con le grandi ambizioni del Belgio in termini di riciclaggio, prevenzione, riutilizzo e riduzione dei rifiuti. Gli stessi governi belgi si stanno preparando per l’introduzione di un DRS nel 2025. Puntare a qualcosa di diverso da un DRS obbligatorio non avrebbe senso dal punto di vista della presidenza belga”.
Miquel Roset, direttore di Retorna (Spagna)
“La Presidenza spagnola e i rappresentanti permanenti della Spagna devono continuare a lottare per il miglior risultato possibile per la PPWR, come ha dimostrato finora la Presidenza con un sistema obbligatorio di restituzione dei depositi. Senza un DRS, ogni giorno in Spagna, 35 milioni di contenitori di bevande vengono messi in discarica, inceneriti o gettati nei rifiuti. Sosteniamo qualsiasi sforzo da parte della Spagna volto a mantenere tale impegno e respingiamo le proposte volte a indebolire le ambizioni. Abbiamo bisogno di un DRS in modo da poter riutilizzare o riciclare questi contenitori in nuovi contenitori”.