Lo scorso 20 giugno, il Consiglio dei ministri ha approvato il “DL Materie prime critiche” per adeguare la normativa nazionale sul settore minerario agli obiettivi standard europei previsti dal regolamento Critical Raw Materials Act approvato a marzo. Come già spiegato su Eco dalle Città, il provvedimento ha l’obiettivo di garantire l’accesso dell’Unione Europea ad un approvvigionamento sicuro, diversificato, conveniente e sostenibile di materie prime critiche – come litio, nickel, terre rare, platinoidi – risorse fondamentali per l’innovazione tecnologica in generale e, in particolare, per quella ecologica ed energetica.
A tal proposito, nella giornata del 3 luglio, a margine dell’XI Ecoforum di Legambiente in corso a Roma, il DG Massimo Medugno dell’Associazione a tutela dei produttori di carta Assocarta, in riferimento alla nota che il settore ha provveduto ad inviare alla Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati, ha evidenziato come: “In tempi di economia circolare, anche i rifiuti e le materie prime secondarie sono importanti come le materie prime “tradizionali” e quindi i relativi flussi di export devono essere monitorati al pari delle Materie Prime Critiche e dei Rottami”.
“Nella nota inviata alla Commissione – prosegue Medugno – il settore propone che presso il Registro delle catene di valore strategiche vengano monitorate non solo le materie prime strategiche e i rottami, ma anche i rifiuti e i materiali da essi derivanti, funzionali e strategici all’economia circolare e, quindi, ad un sistema economico – quello italiano – che ha il più importante tasso di utilizzo delle materie prime secondarie.”
“Durante l’Ecoforum – spiega una nota di Assocarta – sono stati ricordati i risultati raggiunti con riferimento alla catena del valore del riciclo della carta. “In concomitanza con la riduzione dei volumi realizzati dal comparto dell’imballaggio, principale utilizzatore di questa materia prima, nel 2023 il consumo di carta da riciclare si è collocato poco oltre 5 milioni di tonnellate, presentando una riduzione del 7% rispetto ai poco più di 5,4 milioni di tonnellate del 2022 (-10,8% sul volume massimo di circa 6,1 milioni di tonnellate raggiunto nel 2021)”.
“Con tale livello di consumo l’Italia si è, ancora una volta, confermata secondo principale utilizzatore europeo (nel 2019 risultava al quarto posto, nel 2020 era salita al terzo) di questa materia prima, dopo la Germania, seguita da Spagna e Francia: il consumo italiano di carta da riciclare nell’anno appena chiuso costituisce l’11,4% dei volumi impiegati nel complesso dell’area CEPI (circa 44 mln ton nel 2023, -7,1% sui 47,3 mln ton del 2022) – ha sottolineato Maria Moroni responsabile della Comunicazione di Assocarta intervenuta oggi all’EcoForum -. In Italia il circa il 70% delle materie prime utilizzate è carta da riciclare, mentre il tasso di raccolta è oltre il 70%”.
“La raccolta nazionale di carta da riciclare è aumentata quasi continuativamente dal 2014 al 2021, anno in cui ha segnato il record di oltre 7 mln ton, ha segnato il passo nel 2022 (-7,2%) per registrare nel 2023 un incremento del 5.6%, posizionandosi poco oltre 6,9 milioni di tonnellate. Secondo le indicazioni al momento disponibili, la raccolta differenziata urbana si é collocata nel 2023 intorno ai 3,7 milioni di tonnellate, sostanzialmente in linea con il 2022 (oltre 3,6 milioni di tonnellate). L’export, dopo il recupero presentato nel 2022 (+7,6%) dalla forte compressione registrata nel 2021 (-27.1% su 2020), nel 2023 è aumentato del 48,3%”, evidenzia la nota di Assocarta.
Secondo Medugno: “Va considerato a questo proposito il record di utilizzo di 6,1 milioni di tonnellate del 2022, che sommati delle capacità produttive aggiuntive nel 2022 e nel 2023, conseguenza di riconversioni da fibre vergini a riciclo, potrebbero dare una prospettiva di utilizzo di almeno 7 milioni di tonnellate in Italia. Si tratta di investimenti motivati proprio dalla presenza in Italia di materia prima disponibile”.
“La produzione nazionale non ha potuto “coprire” la raccolta per la mancata competitività conseguenza dei costi energetici, ma anche dell’export extra UE che “sconta” destinazioni con costi non allineati a livello di sostenibilità ambientale e sociale. Per questo nel DL Materie Prime Critiche proponiamo che il Registro delle catene di valore strategiche monitori anche i flussi di rifiuti e di materie prime secondarie derivanti dai rifiuti, funzionali e strategici per l’economia circolare ai sensi dell’art. 198 bis del DLgs 152/2006 (TUA) che disciplina il Piano Nazionale di Gestione dei Rifiuti e dell’Economia Circolare”, ha quindi concluso Medugno.