Discarica di Roncigliano, la Regione Lazio sta ancora valutando l’alto rischio ambientale

Sebbene siano stati attivati strumenti tecnici e amministrativi per la bonifica e il monitoraggio dell’area, la Regione Lazio chiarisce che il riconoscimento della discarica di Roncigliano come sito ad elevato rischio ambientale è ancora in fase di valutazione

Regione Lazio su discarica di Roncigliano

Nella risposta all’interrogazione sollevata dai consiglieri regionali Adriano Zuccalà, Valerio Novelli e Alessandra Zeppieri in cui si chiedeva il punto sul riconoscimento del Campo pozzi Laurentino come area di salvaguardia ambientale, la Regione Lazio chiarisce anche sul riconoscimento della discarica di Roncigliano (oggi chiusa) come sito ad elevato rischio ambientale.

Pur essendo entrambi vicini all’area del futuro inceneritore da seicentomila tonnellate di Santa Palomba, le dinamiche legate all’inquinamento ambientale dei due siti sono differenti. Infatti, l’area del Campo pozzi Laurentino (tra Ardea e Pomezia) non risulta inquinata a causa della discarica di Roncigliano che si trova ad Albano Laziale, bensì da solventi clorurati utilizzati in passato nel settore della pulizia.
In merito a Roncigliano, la delibera del Consiglio comunale di Albano n. 48 del 19 dicembre 2023 chiedeva alla Regione di istituire un’area ad elevato rischio di crisi ambientale, ai sensi della Legge Regionale 13/2019.

La richiesta si basa su diversi elementi. In primo luogo, viene evidenziato l’inquinamento persistente rilevato da Arpa Lazio nella falda idrica sottostante la discarica. A supporto, gli studi epidemiologici Eras Lazio del 2013 e del 2022, hanno evidenziato un aumento di malattie gravi tra i residenti nelle zone circostanti, come patologie respiratorie, tumori e infezioni nei bambini. Il procedimento di bonifica richiesto fin dal 2011 non ha ancora ottenuto risultati concreti. In più, lo stesso Comune di Albano Laziale evidenzia anche il rischio derivante dalla possibile realizzazione di nuovi impianti insalubri tra cui l’inceneritore.

Discarica di Roncigliano, cosa si legge nella risposta

Secondo l’articolo 2 della legge regionale n. 13/2019 – spiega la Regione nella risposta all’interrogazione 315 del 20 marzo – una zona può essere classificata come a rischio ambientale in presenza di gravi alterazioni ecologiche del suolo, del sottosuolo, dell’atmosfera o delle acque. L’accertamento della sussistenza di tali condizioni è competenza della Direzione Regionale Ambiente, previo atto di indirizzo della Regione e su istanza degli enti locali interessati. Nel caso di Roncigliano, la valutazione è ancora in corso. Tuttavia, la Regione ha già attivato vari strumenti tecnici e amministrativi connessi alla bonifica e al monitoraggio dell’area (tra cui tavoli tecnici, studi scientifici e attività di ARPA Lazio), che saranno determinanti per l’eventuale riconoscimento formale dell’area come sito ad elevato rischio ambientale.

Così come il riconoscimento dell’area ad elevato rischio – afferma la Regione -, anche il procedimento di bonifica della discarica di Roncigliano, nel comune di Albano Laziale, è ancora in corso. Nella risposta all’interrogazione, infatti, si precisa che, dopo la richiesta formale della Città Metropolitana di Roma Capitale nel gennaio 2022, la Regione Lazio ha assunto un ruolo di coordinamento e, con determinazione G10975 del 10 agosto 2022, ha affidato all’Università “La Sapienza” di Roma lo studio tecnico ambientale necessario a definire il quadro aggiornato dell’area e i valori di fondo naturali e antropici. Lo studio preliminare è stato presentato il 27 settembre 2023 e aggiornato il 19 ottobre 2023. A seguito di queste analisi, è emersa la necessità di estendere i monitoraggi a nuove zone a monte della discarica. Il 2 novembre 2023, la Regione ha chiesto alla Città Metropolitana di identificare ulteriori pozzi e ad ARPA Lazio di procedere con nuove analisi delle acque di falda.

Nel corso dell’ultima riunione tecnica del 14 febbraio 2025, la Regione ricorda che è stato comunicato come:

  • Tre piezometri a monte monitorano da anni la presenza di composti organici clorurati.
  • Quattro nuovi piezometri verranno presto attivati.
  • A valle del sito continuano a registrarsi superamenti costanti di metalli, metalloidi e sostanze clorurate.

ARPA – conclude la Regione – ha chiarito che i superamenti potrebbero essere legati a condizioni ambientali naturali o antropiche non direttamente attribuibili alla discarica, poiché alcune criticità si rilevano a monte del sito. I nuovi dati saranno fondamentali per completare il quadro ambientale e definire le prossime fasi della bonifica.

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